di Roberto Musacchio
Era mezzanotte tra il 13 e il 14 quando sul mio facebook è apparsa la prima foto dei primi cortei che, di notte, davano il via a Madrid al lungo giorno dello sciopero europeo. Volti di ragazzi, di quel movimento straordinario che da più di un anno è protagonista di una lotta contro quella logica della austerità che era già iniziata con la decadenza di Zapatero e si è fatta poi durissima con la destra al potere.
E sono i volti dei ragazzi e delle ragazze che mi porto dentro da quando, dopo aver partecipato al corteo della Cgil, grande ma con quel non so che di irrisolto che viene dal manifestare senza avere una piattaforma chiara in testa, sono andato a vedere sfilare quello degli studenti medi. Una vera marea di volti e corpi, stretti stretti l’un con l’altra, che davano un senso di voglia e forza, di vita ancor prima che politica, che pure era tanta.
di Redazione il Fatto quotidiano
In tempo di celebrazioni, non poteva mancare quella a Peter Gabriel. La campagna promozionale volta alla ricorrenza del venticinquennale di “So” non lascia indifferenti: giornali, tv, web, tutti uniti appassionatamente nel declamare il quarto di secolo di un disco fondamentale uscito negli anni 80.
Sai che novità! Sono cose dette e ridette, abili soltanto nel produrre un giro di affari più che sostanzioso. “So” lo trovate su Amazon, da circa un mese, in diverse versioni, la più cara (al costo di 103 euro) include “la qualunque” su quanto prodotto nel 1986 a margine della sessione originaria. Ebbene, nel sostenere la genialità di Peter Gabriel si rischia di cadere nella trappola dell’ovvietà; la ricerca dell’equilibrio in questi casi non è facile ma facendo attenzione, si scopre che sono diversi i motivi per celebrarlo.
Redazionale
Il sangue continua a scorrere nella "Striscia della morte". Nel giro di pochi giorni siamo di nuovo a parlare di ciò che sta accadendo in Palestina, dove si è intensificata l'offensiva armata da parte dello stato di Israele. Non possiamo non ripeterci, tutto avviene nel totale disinteresse della comunità internazionale e ovviamente, della UE. Netanyahu, bisognoso di consensi in vista delle imminenti elezioni, l'aveva preannunciato, e così è stato! L'operazione "Pilastri della difesa" è iniziata con una prima e già micidiale offensiva aerea denominata "Colonna di nuvola" che non ha mancato di dare subito gli esiti nefasti che la cronaca ci riporta: 10 morti e decine di feriti, molti dei quali bambini che secondo testimonianze oculari sarebbero stati ritrovati carbonizzati.
di Giacomo Russo Spena
Una manganellata in pieno volto. Quando il ragazzo è a terra, già immobilizzato. Dal video che sta girando in Rete, sembra anche non voler opporre resistenza. E allora perché? Come motivare quella manganellata? Forse non ha né senso né giustificazione, come del resto i rastrellamenti, il fitto lancio di lacrimogeni e le decine di fermati in giro per l'Italia.
Era la giornata di mobilitazione europea contro le politiche di austerity imposte dalla troika e qui da noi dal governo Monti, dove i risultati sono alquanto discutibili visto che in un anno di "tecnici" il debito pubblico è salito più che in tre anni di Berlusconi e il disagio sociale cresciuto in maniera esponenziale.
di Francesca Pilla
In attesa che entri nell'urna delle primarie e poi in quella delle elezioni di primavera la ritorsione Marchionne - 19 operai da licenziare per assumere come da ordinanza del giudice altrettanti operai fin qui discriminati dall'azienda - diversi politici del centrosinistra sono venuti a dare solidarietà alla Fiom e ai lavoratori della fabbrica Fiat. Ma, nonostante il clima, non si sono verificate grosse opposizioni per chi, tra loro, sostiene un governo che qui nessuno ama. Forse perché ormai sono settimane che le tute blu invocano un intervento dei partiti di sinistra e una pressione sul governo per fermare la strategia della tensione innescata da Fiat.