di Roberto Musacchio
A più di venti anni dalla nascita della cosiddetta “ Seconda Repubblica “, un nuovo, virulento, scontro è in corso, sempre sulla legge elettorale. E ancora una volta i colpi feroci vengono scambiati l’un contro l’altro sulla base di elementi tattici necessari a conquistare un posizionamento favorevole per le prossime elezioni. Se solo ci si fermasse un attimo a riflettere sui disastri compiuti fin qui, forse si potrebbe evitare di sommarne altri, sempre più irreversibili. Se il funzionamento della nostra democrazia è ai minimi storici ci sarà bene l’esigenza di interrogarsi su cosa sia successo. Le volte in cui si è cambiata la legge elettorale sono ormai numerosissime così come lo sono i referendum fatti, o proposti, per cambiarla.
di Gianmarco Pisa
Sostenere i movimenti della società civile contro ogni forma di autoritarismo e per una nuova mappa dei diritti sociali e civili, tanto nella sponda Nord quanto nella sponda Sud del Mediterraneo. Imporre all’Unione Europea il recupero e il consolidamento dello storico “modello sociale europeo” per una nuova idea di welfare contro le politiche monetariste di austerity che, anziché guadagnare l’uscita dalla crisi economica, non fanno che aggravare le condizioni sociali dei popoli europei. Inserire una clausola vincolante per il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tutte le politiche e i trattati, in primo luogo economici e commerciali, dell’Unione Europea.
di Francesco Piccioni
Reintegrato ancora una volta Dante De Angelis. E ancora una volta il gruppo Ferrovie dello Stato ha dovuto scoprire di aver commesso un errore decretando il licenziamento di questo macchinista, delegato sindacale con l'Orsa (la sigla che riunisce buona parte del sindacato macchinisti - Comu - e la Fisafs). Dante è un Rls, ovvero uno di quelli che deve verificare i livelli di sicurezza con cui si lavora e (per noi «clienti») si viaggia. Tra i suoi compiti, insomma, c'è l'interrogarsi sulle cause degli incidenti per chiedere misure adatte a prevenirli.
Il licenziamento - il secondo nella sua carriera, anche quello annullato con tanto di marcia indietro aziendale - fu decretato il 15 agosto del 2008, contando forse sulla distrazione dei giornali e dei dipendenti.
di Marco Pasqua
Alba Dorata, il movimento filonazista greco xenofobo e antisemita, adesso parla anche italiano. Con una campagna di adesioni, partita in queste ore sul web (Facebook, Twitter e sito ufficiale), è stata lanciata ufficialmente la costola del partito estremista che, nel suo Paese, si batte con violenza contro la presenza degli immigrati, con tanto di spedizioni punitive. L’animatore di “Alba Dorata Italia” è un ex militante di Forza Nuova, formazione neofascista che con la Grecia coltiva da tempo dei rapporti di collaborazione. I seguaci dei neonazisti ellenici sono ambiziosi: vogliono presentarsi già alle prossime elezioni politiche. “I sondaggi sono dalla nostra parte”, dicono i responsabili, forti anche dei consensi riscossi dai loro colleghi greci (21 i parlamentari eletti).
di Haidi Gaggio Giuliani
Qualcuno mi dice “Non ti è bastata?” Si riferisce naturalmente alla infelice esperienza, fortunatamente breve, che ho fatto come parlamentare durante il governo Prodi. E’ difficile spiegare, dopo il disastro, che oggi si tratta di ben altro, che non esiste più l’illusione di entrare in una coalizione per “spostare l’asse a sinistra” (o di vedere lavorare una commissione di inchiesta sui fatti di Genova, come nel mio caso); l’illusione di condizionare la deriva neoliberista del PD. Oggi si può, si deve, raccogliere tutte le forze che ogni giorno nei territori si oppongono agli interessi del grande capitale finanziario. Sono interessi che non corrispondono a quelli delle persone che vivono e lavorano, che si ammalano e muoiono, che cercano di studiare, che vorrebbero avere diritti e dignità, che sognano perfino – esagerati – un po’ di felicità. Raccogliere le forze delle persone che lottano, da Taranto alla Valsusa, dalla Sardegna all’Emilia terremotata, nelle fabbriche, nella scuola pubblica sempre più vilipesa, nella campagna sempre più impoverita; dei migranti che denunciano schiavitù, che chiedono di essere riconosciuti come lavoratori e come cittadini, che accusano un sistema che non lascia speranza per i loro figli.