Sindaci, in carica o aspiranti, a Comincio lunedì. Luigi De Magistris, da Napoli, annuncia la nascita di un nuovo soggetto politico: «A giorni uscirà un nostro manifesto, completamente alternativo alle politiche di questi mesi». “Nostro”? “Nostro” di chi? «Molti soggetti, dai movimenti alla società civile, molti sindaci. Avrà contenuti forti, radicali, di alternativa. Dalle primarie non è ancora arrivato un segnale sul superamento di questa fase». E quindi si può pensare ad una lista. «Sicuramente, puntiamo le elezioni politiche, poi dipende dalla legge elettorale. Possiamo andare da soli, o in una coalizione più ampia, sia essa di centrosinistra o di sinistra e basta. Ma bisogna aspettare l’esito delle primarie».
di Francesco Piccioni
Delle sigle sindacali che hanno promosso il «No Monti Day» l'Usb è la più grande, comunque l'unica che risulta da processi di fusione - anziché di divisione - nella galassia del sindacalismo di base. Paolo Leonardi ne è uno dei coordinatori nazionali.
Un sindacato dovrebbe avere il polso dei malesseri sociali più di quanto non lo abbiano ormai i partiti. Come siete arrivati a dire «serve una manifestazione così»?
L'Usb ha un insediamento sociale importante. Il radicamento nei territori e nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, ci dà un quadro allarmante della situazione sociale e lavorativa.
di Felice Roberto Pizzuti
La vicenda dei cosiddetti esodati e il continuo manifestarsi di problematiche economiche e sociali ad essa collegate costituiscono una esemplificazione delle gravi contraddizioni e degli effetti controproducenti delle politiche economiche e sociali attuate nel nostro paese. Effetti che sono stati esasperati dall'Agenda Monti. In una crisi economica così profonda, diffusa e protratta, mentre il sistema produttivo è sempre più incapace di creare le posizioni lavorative che per quantità e qualità sarebbero necessarie ad assorbire l'offerta di lavoro esistente e a soddisfare bisogni anche primari che sempre più rimangano inappagati, un punto di riferimento e di masochista soddisfazione della politica economica e sociale attuata nel nostro paese continua ad essere l'innalzamento dell'età di pensionamento.
di Franco Frediani
Neppure la condanna a quattro anni inflitta a Silvio Berlusconi ci farà cambiare idea. Entrare in giudizi di merito OGGI, sarebbe ininfluente e depisterebbe l'attenzione, come già in altre occasioni avevamo affermato, da quella che è la realtà nuda e cruda. Il dato certo è che, malgrado le tante "requiem" di solidarietà provenienti dal mondo politico di centrodestra, nessuno ha intenzione di sostenere ancora un "cavallo zoppo" qual'è ormai l'ex premier.
Poco importa se c'è un nesso tra la decisione di non ricandidarsi o meno; il futuro dei più "accorti" sostenitori del conservatorismo liberista, hanno da tempo compreso che non ci sono più le condizioni (con Berlusconi) per riconquistare la fiducia della Gente.
di Gianni Rossi
Professor Rodotà, non le sembra una ricerca di vendetta del mondo politico contro i giornalisti?
Prima ancora di parlare di vendetta, devo confessare che sono estremamente sconcertato e scandalizzato per il modo in cui si è discusso al Senato tutta la vicenda della legge sulla diffamazione. A parte la trasparente volontà di utilizzare come occasione o pretesto il salvataggio di Sallusti, per operare una stretta sulla libertà di informazione, sono sconcertato dalla pochezza tecnica e dalla inconsapevolezza delle conseguenze di una serie di norme.
Purtroppo è fatale che quando si scrivono leggi “ad personam” si legifera male: questa è la conferma che questo rischio si forma sempre.