Perché il centrosinistra italiano non riesce a esprimere il livello minimo di alterità rispetto alle politiche di rigore in Europa su cui si sono attestate le sinistre socialdemocratiche e ambientaliste di tutto il continente? E perché, nel nostro Paese, chi si dichiara portatore di un punto di vista alternativo non riesce mai a pensarsi come alternativo al Partito Democratico nella costruzione di una proposta politica di governo?
di Maria R. Calderoni
Black is beautiful, nero è bello. Il famoso slogan delle "Pantere nere" degli anni 60, nel caso di Balotelli va preso in senso assolutamente letterale: Balotelli, lo avete visto, è scultoreo, atletico, scolpito, bello. Beautiful.
E così ci ha fatto tornare in mente un altro Black, un campione nero, molto bravo e molto beautiful, che anche lui ha fatto uno "scherzetto" alla Germania (in campo sportivo e non solo).
Intervista a Paolo Ferrero di Daniela Preziosi
«Ha ragione Marco Revelli quando scrive sul manifesto: bisogna collocarsi fuori dalle compatibilità dell'attuale Europa in nome di una rifondazione, di una ricontrattazione dell'Unione. Chi ha fatto l'Europa così e chi ora la sta ridefinendo, popolari e socialisti, sta riconfermando la distruzione della civiltà europea, del welfare, dell'art.18».
Segretario Ferrero (del Prc, che aderisce alla Federazione della sinistra, ndr), però in Francia il Front de gauche ha sostenuto il socialista Hollande. Lei dice che anche i socialisti distruggono la civiltà europea?
Non dico che socialisti e popolari sono uguali: sono però varianti dello stesso indirizzo politico, quello che non mette in discussione l'impianto neoliberista. Prendiamo il fiscal compact: in campagna elettorale Hollande lo aveva contestato. Oggi già non è più in discussione. Il Front ha fatto bene ad appoggiarlo per sconfiggere Sarkozy, ma non è un caso che poi non è voluto entrare nel governo.
di Fabio Marcelli
Quali sono le doti che si richiedono ai governanti, anche a prescindere, se vogliamo, dal loro orientamento politico? Certamente in primo luogo la fedeltà all’ordinamento giuridico e alle sue norme fondamentali, nel nostro caso, ovviamente, la Costituzione repubblicana, sulla quale sono stati chiamati a giurare non già per l’osservanza di un rituale bizzarro e desueto ma perché devono improntare tutto il loro agire al rispetto e all’attuazione dei principi giuridici in essa contenuti.
di Chiara Giunti*
La prossima «Due giorni a Parma» (sabato e domenica) si propone di elaborare alcuni elementi chiave di programma e di organizzazione. S'intende farlo applicando il metodo Party (Partecipazione attiva riunendo tavoli interagenti), ispirato con alcune varianti a due fra i più diffusi strumenti di democrazia partecipativa (Electronic town meeting e Open space technology). Chi entrerà sabato mattina nella bella sede del Teatro Due, si registrerà all'ingresso e sarà fornito/a di un biglietto numerato corrispondente a uno dei tavoli di discussione in cui ci distribuiremo per quattro ore e mezzo ca.