di Ylenia Sinia
Giornata di tensione e protesta ieri a Roma in occasione del via libera definitivo alla camera del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. A presidiare palazzo Montecitorio fin dalle prime ore del pomeriggio centinaia di lavoratori della Cgil in mobilitazione contro «un provvedimento sbagliato e recessivo in un paese che ha bisogno di sviluppo». A riempire la piazza, lavoratori di tutte le categorie, soprattutto provenienti dalla Capitale e dal Lazio a causa della diffusione su tutto il territorio nazionale dei presidi della Cgil.
di Romina Velchi
Domani Di Pietro e Vendola terranno una conferenza stampa per presentare il loro «progetto per il centrosinistra, quello vero». Sarà, insomma, la risposta all'abbraccio (mortale?) tra Casini e Bersani, agli amorosi sensi tra Udc e Pd che dovrebbe portare ad un «governo politico» di larghe intese nel 2013. E che ha come conseguenza l'esclusione dall'alleanza dei terzi incomodi. Soprattutto dell'Italia dei Valori di Di Pietro (colpevole di fare scelte che lo stanno «allontanando dalla possibilità di partecipare ad un'alternativa di governo» come dice Latorre, vice presidente dei senatori Pd), perché invece le porte per Sel restano socchiuse.
di Dino Greco
“Work isn't a right”, ovvero, “Il lavoro non è un diritto” ha tuonato Elsa Fornero in un'intervista concessa ieri al Wall Street Journal. Ma non si tratta di una gaffe, come invece hanno commentato diversi quotidiani nostrani.
L'espressione è del tutto coerente con ciò che il ministro pensa e fa con feroce determinazione sin dal suo insediamento. Proprio ieri – con il sostegno determinante del Partito democratico – il parlamento ha trasformato in legge dello stato la cancellazione dell'articolo 18, il prosciugamento degli ammortizzatori sociali e la piena conferma dell'impianto legislativo responsabile del diluvio di precarietà che ha precipitato nel dramma esistenziale un'intera generazione.
di Daniele Cardetta
Professor Giacchè, il voto greco sembra aver fatto tirare un sospiro di sollievo all’establishment europeo. Pensa che la vittoria di Nuova Democrazia possa traghettare la Grecia verso acque più tranquille? E se avesse vinto Syriza crede che la Merkel e la troika avrebbero accettato di rivedere il memorandum?
“La mia risposta a entrambe le domande e’ negativa. La vittoria di Nuova Democrazia e’ la vittoria del partito che aveva truccato i conti in Grecia. Si continuerà col massacro sociale e con la conseguente depressione economica.
di Alfiero Grandi
Ogni settimana c’è un appuntamento internazionale dipinto come decisivo, che però non decide. Il suono delle trombe e delle fanfare che precede incontri come la riunione del G 20 che si è svolta in Messico lascia inevitabilmente il posto alla delusione, all’impressione che chi esercita il potere politico, o dovrebbe farlo, non svolge il ruolo che dovrebbe, che finisce con l’essere subalterno o sulla difensiva rispetto alla finanza internazionale...