di Cecchino Antonini
«Non sono io che cerco di continuare questa battaglia! Vorrei piangere da sola come non ho mai potuto fare in tutto questo tempo». Ma chi ha ucciso suo figlio non ha la minima intenzione di lasciare in pace Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il diciottenne che, sette anni fa, fu ucciso da un violentissimo “controllo di polizia". Tre gradi di giudizio con la definitiva condanna a 3 anni e 6 mesi giunta il 21 giugno per i quattro agenti che lo pestarono all'alba del 25 settembre del 2005, in un parco accanto all'ippodromo di Ferrara, non sembrano un motivo sufficiente per aprire una stagione di silenzio e rispetto. C'è un'associazione in cerca di visibilità, si chiama Prima difesa, ed è animata da personaggi di destra estrema (la sua presidentessa è stata coordinatrice per la Mussolini nelle Marche). L'associazione ritiene che un pezzo di opinione pubblica violi i diritti umani dei cittadini con le stellette e dunque offre loro patrocinio legale ma pure corsi di guida e di tiro e, sul profilo facebook dell'associazione promuove dibattiti violentissimi che offrono uno spaccato inquietante sulla sottocultura militare e poliziesca di questo paese. Patrizia Moretti, moglie di un ispettore della polizia municipale, a sua volta figlio di carabiniere, preferisce utilizzare un altro aggettivo: «cultura paramilitare, da non legittimare».
di Paolo Ferrero
Esprimo il mio cordoglio per la morte del carabiniere italiano e i miei auguri di guarigione agli altri militari feriti oggi in Afghanistan. Chiedo però a quanti morti bisognerà arrivare prima di decidere che la guerra in Afghanistan è un intervento militare vero e proprio, d’occupazione, onerosissimo dal punto di vista delle vite umane e delle risorse, che sta complicando la situazione nel paese invece che risolverla e che soprattutto è contrario all’articolo 11 della Costituzione italiana.
dall'Unità.it
Se la perpetua giovinezza di un autore sta nella sua capacità di riuscire a stimolare sempre nuove idee, si può allora affermare che Karl Marx possiede, senz’altro, questa virtù.
Nonostante, dopo la caduta del Muro di Berlino, conservatori e progressisti, liberali ed ex-comunisti, ne avessero decretato, quasi all’unanimità, la definitiva scomparsa, con una velocità per molti versi sorprendente, le sue teorie sono ritornate di grande attualità.
di Peter Gomez
L’obiezione contro le quote rosa la conosciamo: ma come volete rinchiudere le donne in una riserva indiana? Volete trattarle da minoranza etnica imponendo delle percentuali di presenza femminile in parlamento? No, è l’Italia che deve cambiare permettendo finalmente alle donne che valgono di farsi strada anche in politica. Non serve una legge ma un grande mutamento sociale e culturale.
di Mario Pianta
Il vertice dei 4 di Roma non ha deciso niente sui nodi di fondo: debito, recessione, democrazia. Al summit di Bruxelles si rischia il fallimento. Un'alternativa c'è. Se ne discuterà al forum internazionale "Un'altra strada per l'Europa", che si terrà nel Parlamento europeo il 28 giugno, in parallelo al Consiglio europeo
C’è poco di nuovo in quanto si è detto al vertice dei quattro maggiori paesi europei chiuso venerdi a Roma, e c’è molto di non dettosull’accelerazione della crisi europea. Tra quattro giorni a Bruxelles la stessa sceneggiatura sarà rappresentata di nuovo, questa volta a ranghi completi con 27 paesi, ma né la trama e né il finale dovrebbero riservare sorprese.