L'Italia dei Valori voterà no a tutte e quattro le fiducie sul lavoro chieste dal governo Monti. Voteremo no prima di tutto per ragioni di merito. Questa è in realtà una controriforma che cancella diritti basilari in un Paese civile e democratico, rende i lavoratori indifesi di fronte ai licenziamenti indiscriminati e in compenso danneggia anche l'economia, non aumenta l'occupazione, non aiuta la crescita e anzi la danneggia. Questa riforma, come dice la stessa Confindustria, “è una boiata” e non si capisce perché chi la giudica così poi chieda di votarla. Noi le boiate non le votiamo. Ma voteremo contro la fiducia anche per questioni di metodo. La maggioranza conta oltre 500 deputati su 630, è più bulgara che nella vecchia Bulgaria.
di Romina Velchi
«Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione». La voce dal sen fuggita è quella di uno che quel sistema lo capiva eccome: Henry Ford. Ma ben prima di lui molti “ben informati” già avevano chiaro in testa che l'interesse delle banche va di qua e quello delle nazioni, cioè dei popoli, di là.
Per esempio Sherman Rothschild, di mestiere banchiere, così parlava nel 1863 alla Kliemer, Morton e Vandergould di New York: «Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi».
ROMA - Strizza l'occhio agli anni Settanta, ma in realtà lo slogan scelto per l'edizione 2012 del Gay Pride romano punta dritto al futuro: «Vogliamo tutto», dove il tutto il questione a ben pensarci non è neanche tanto visto che riguarda la possibilità di vivere con il proprio partner, di assisterlo quando è malato e condividere assieme ogni momento, come una qualsiasi coppia sposata. «Non ci accontentiamo di Pacs e unioni civili, puntiamo al matrimonio e i partiti devono saperlo se vogliono i nostri voti» spiega Antonio Berardicurti, del circolo Mario Mieli, tra gli organizzatori della manifestazione insieme ad Arcigay, Gay center e una trentina di altre associazioni. Un messaggio chiaro anche per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che nei giorni ha finalmente trovato il coraggio di dire che forse è arrivata l'ora che anche in Italia si faccia una legge sulle unioni civili. Un passo in avanti giudicato però adesso troppo poco dalla comunità lgbt, che vuole di più.
di Geraldina Colotti
Con una maggioranza schiacciante - 39 a 4 e due deputati assenti - il Senato del Paraguay ha votato la destituzione del presidente Fernando Lugo per «inettitudine e mancanza di decoro». Giovedì, il Parlamento aveva dato il via libera alla procedura del «giudizio politico» con 76 voti a favore e uno contro. Subito dopo, i senatori hanno presentato un regolamento ad hoc e formalizzato il processo a tempo di record. La principale accusa contro il presidente è quella di aver favorito un'occupazione di terre da parte dei contadini, il 15 di giugno. In quella data, nella località di Curuguaty, a 250 km a nordest di Asunción, i senza-terra avevano recuperato una riserva naturale di proprietà di un imprenditore, Blas Riquelme, senatore del Partito colorado (conservatore) che ha dominato il paese per 62 anni.
di Emiliano Liuzzi
La comunicazione ufficiale è un gargarismo da prima Repubblica: “Non ci sono le condizioni per continuare a lavorare insieme”. La ragioni sono nel fallimento di un’azienda. La conclusione è stata quella di rimanere impallinati non solo dagli avversari politici, ma anche dai suoi stessi elettori. Benvenuto nel mondo dei sindaci, Federico Pizzarotti, perito informatico, classe 1973, da un mese eletto alla guida di Parma col Movimento 5 Stelle. Benvenuto e già processato, non solo per una giunta che non è ancora riuscito a mettere in piedi, ma addirittura per aver stabilito un nuovo record: un assessore appena nominato è stato costretto a lasciare prima ancora di vedere com’era fatto il suo ufficio.