di Emiliano Brancaccio
Syriza, il principale partito della sinistra, ha perso le elezioni politiche in Grecia. La prima, vera occasione per lanciare un preciso messaggio politico sulla insostenibilità dell’attuale Unione monetaria europea è dunque andata perduta. Di conseguenza, a meno di sorprese, l’agonia della moneta unica è destinata a prolungarsi, e con essa anche le sofferenze dei paesi periferici e dei gruppi sociali maggiormente colpiti dalla crisi economica.
Perché Syriza ha perso? La tesi prevalente è che il partito si sarebbe presentato all’elettorato con un programma troppo “radicale”.
di Maria Rosaria Marella e Massimo Rossi*
Con un’ordinanza di rinvio grossolanamente argomentata il giudice tutelare del Tribunale di Spoleto contesta la legittimità costituzionale della disciplina sull’aborto, tentando di volgere contro la libertà di autodeterminazione delle donne italiane una decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea che pure aveva avuto il merito di opporsi alla mercificazione della vita umana vietando la brevettazione delle cellule embrionali.
di Romina Velchi
Per indicare la parola crisi, i cinesi usano due ideogrammi: uno si riferisce al problema, l’altro all’opportunità. Ma qui non siamo in Cina. Siamo in Italia, un paese che sembra vittima di una maledizione (e contro le maledizioni c'è poco da fare): debito pubblico alle stelle, recessione, disoccupazione galoppante, istituzioni degradate; per finire con due terremoti, uno dietro l’altro, che hanno colpito una delle regioni italiane più dinamiche
di Giornalettismo
Un trafiletto del fatto a firma dell’ottimo Vittorio Malagutti ci racconta un episodio curioso che appartiene alla vita di Vittorio Feltri, baby pensionato andato in ritiro del 1997 a 32 anni:
Per rimettere in sesto i conti pubblici bisogna innanzitutto intervenire sulle pensioni innalzando l’età in cui si smette di lavorare.
di Giorgio Meletti
La cosa incredibile è che ogni volta lo dicono con l’aria di chi ha avuto una grande idea. Innovativa. E invece è un concetto noto da millenni in ogni famiglia: ci sono quelli che si vendono la casa per pagare i debiti. Lo Stato italiano da oltre vent’anni, cioè da quando il debito pubblico ha raggiunto livelli stellari, pensa di tappare i buchi vendendo i suoi immobili. Nel solco della tradizione corrono idee strampalate e numeri a caso.