di Marco Bersani
L’analisi espressa, con usuale lucidità, da Guido Viale nel suo articolo "La Grecia siamo noi" (il manifesto del 17/2/2011), andrebbe a mio avviso integrata con una riflessione da aprire a tutto campo su come sia possibile finanziare i necessari cambiamenti che volenti perché collettivamente ci riprendiamo in mano il nostro destino – o nolenti – se continuiamo a credere alle favole del governo dei professori dovremo affrontare.
di Riccardo Chiari
Firenze - Dopo nove anni Terra Futura continua a smuovere quasi 100mila persone, dato ormai consolidato per la tre giorni fiorentina di Banca Etica sulle "buone pratiche" ambientali, economiche e sociali. Sono donne e uomini attratti non soltanto dalle mille pratiche dimostrazioni di come si possa produrre diverso e "pulito", solo per fare un esempio nelle linee di casalinghi (spazzoloni, scope, secchi, vasi, fioriere, cestini) della Revet, fatti con le plastiche eterogenee dell'ancora insufficiente raccolta differenziata toscana.
di Bruno Amoroso*
Lo spettacolo dell'Europa non è di certo edificante in questi giorni. Con il titolo «La povertà culturale dell`Europa» registra attonito Gian Arturo Ferrari ( Corriere della sera, 17.5.2012) lo spettacolo di popoli europei che dopo la breve pausa di convivenza tornano a dividersi ed insultarsi. Con una Germania che troppo presto sembra aver dimenticato la vergogna di cui parlava Thomas Mann e il cui silenzio, prevedeva sbagliando, sarebbe durato secoli e che dà dei fannulloni, ladruncoli e cialtroni a tutti gli altri popoli e paesi.
di Ilvo Diamanti
MAI COME oggi lo spazio politico, in Italia, è apparso tanto aperto. Almeno dai primi anni Novanta, quando la Prima Repubblica affondò. travolta dalla caduta del Muro di Berlino e da Tangentopoli. Così, mentre si consuma il declino di Berlusconi, molti soggetti politici premono alle porte, per fare il loro ingresso ufficiale sulla scena politica. Tra essi, Luca Cordero di Montezemolo.
Intervista a Manuel Agnelli
Padania, nuovo disco degli Afterhours, uscito il 17 aprile, rappresenta letteralmente una metamorfosi per una delle band più apprezzate del panorama rock italiano.
Un disco non ottimista ma incazzato, che non ci regala conforto ma ci fa sbattere i denti. Un ritorno molto atteso, poichè gli Afterhours, sono una band che fanno un disco quando c'è qualcosa da dire, rispecchiando in quest'ultimo, la situazione che stiamo vivendo, mettendosi sempre in gioco e costruendo nuovi percorsi alternativi.