di Rassegna.it
A Madrid tornano gli indignados e Rajoy sprofonda nei sondaggi, ma il suo governo prepara un ulteriore taglio da circa 40 miliardi della spesa, dopo la stangata da 65 miliardi decisa con la Finanziaria 2012 solo 5 mesi fa. Ad Atene si rivedono le scene da guerra civile, con scontri e bombe molotov davanti al Parlamento, mentre il governo studia ulteriori misure di taglio alla spesa pubblica, come la soppressione della 13esima per gli statali. Insomma, la storia si ripete, da una parte i governi e l’Europa con le loro politiche di austerità e tagli al welfare, dall’altra i manifestanti, sempre più esasperati, a contestare politiche e classi dirigenti.
Tra queste due parti contrapposte non ha dubbi dove schierarsi il premio Nobel all’economia Paul Krugman, secondo cui i manifestanti in Grecia e in Spagna “hanno ragione”, “ulteriori misure di austerity non servono a nessun proposito. Chi è realmente irrazionale sono i presunti seri politici che chiedono ulteriori sacrifici”.
di Dino Greco
Ci eravamo fatti l'idea che Monti potesse sopravvivere a Monti anche qualora non toccasse a lui a ricoprire la carica di presidente del consiglio del prossimo governo, considerato che l'ipotesi di un reincarico era stata più volte e seccamente esclusa proprio dal premier in carica.
D'altra parte, la convinzione che la politica interpretata dai tecnocrati liberisti al potere non sia una parentesi congiunturale ed eccezionale, ma fondi una ben più robusta stagione costituente, ha solidissimi presupposti nel sostegno bipartisan al monetarismo della Banca centrale europea, alle norme capestro del fiscal compact e della costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, ad una politica economica imperniata sulle privatizzazioni, all'assalto scatenato contro il welfare e contro tutte le più rilevanti conquiste del lavoro, dal contratto nazionale allo Statuto dei lavoratori.
di Alfonso Gianni
Fino a qualche tempo fa andava di moda sostenere che bisognava abolire il Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, giudicato un ente pletorico ed inutile. Non se ne fece niente anche perché, trattandosi di un organo costituzionale, sarebbe stato necessario modificare o sopprimere l'articolo 99 della nostra Costituzione.
Certamente si tratterebbe di attuare una profonda riforma nel suo funzionamento, rimotivarlo e snellirlo, cosa che si può fare senza toccare il dettato costituzionale, ma soprattutto bisognerebbe ascoltarlo quando fa qualche cosa di buono. E' il caso del ponderoso rapporto (350 pagine) sul mercato del lavoro presentato in questi giorni. Gli argomenti trattati sono molti. Tra questi alcuni attirano l'attenzione soprattutto per comprendere le cause della profonda recessione che attraversa l'Europa e in particolare il nostro paese.
di Francesco Piccioni
Fare la spesa tutti i giorni è diventato un problema, ma se per caso volete comprare un pacchetto-vacanza non avrete problemi; ve lo tirano dietro.
Nonostante sia costretta a servirsi soprattutto di ricercatori precari - a causa dei continui tagli al bilancio - un giorno o l'altro bisognerà proporre un monumento all'Istat, che riesce a sfornare report illuminanti sullo stato comatoso del paese anche in poche righe. E qualche numero.
I dati provvisori sull'inflazione, diffusi ieri, sono una sintesi chiarissima di come stiano cambiando la pelle e l'anima della società italiana.
di Romina Velchi
«Un appuntamento a suo modo storico, si tratta di un passo decisivo per avvicinare le istituzioni ai cittadini per davvero e non con le chiacchiere». «Questa riforma accorcia le distanze tra cittadini e istituzioni», sarà «una democrazia più “a portata di mano“». Queste parole profetiche furono pronunciate da Francesco Rutelli e Walter Veltroni (all’epoca leader dell’Ulivo l’uno, sindaco di Roma l’altro) alla vigilia del referendum confermativo della riforma costituzionale voluta, in zona cesarini e in tutta fretta, dall’allora centrosinistra al governo.
Si tratta della famigerata modifica del Titolo V della Costituzione, che ampliava a dismisura poteri e autonomia delle regioni, approvata a maggioranza sul finire della legislatura Amato nel marzo 2001, tra scrosci di applausi tra i banchi della maggioranza.