di Attilio Folliero, Cecilia Laya e Tito Pulsinelli
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Banco Mondiale, gli otto paesi che conformano l’ALBA (1) sono quelli che maggiormente sono cresciuti fra il 2009 ed il 2010: il PIL dei paesi dell’ALBA è cresciuto del 33,43%, seguto dai 5 Paesi che conformano l’area geografica dell’Africa Meridionale (2), cresciuti del 28,81%, dai 12 paesi dell’UNASUR (3) al 27,07%, dai 33 paesi dell’America Latina che conformano la CELAC (4) al 25,41%, dai 5 paesi dell’ASEAN (5) al 24.39%, dai 5 del BRICS (6) al 22,37% e dai 6 paesi della OCS (7) in crescita del 19.36%.
di Roberto Maggio
Saranno giornate importanti quelle appena cominciate a Francoforte. Per la prima volta dall'inizio delle mobilitazioni dei cosiddetti indignati una mobilitazione europea vedrà insieme nella stessa città greci, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi, insomma tutti i movimenti europei del 99%, per usare lo slogan di Occupy Wall Street. Così come a Zuccotti Park è stato occupato il cuore finanziario statunitense, Wall Street, da oggi, fino al 19 maggio, a Francoforte, l'obiettivo e l'occupazione del centro dell'economia e della finanza dell'Unione Europea: la BCE.
di Marco Ravera*
Oggi è la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia. L'omofobia è la paura e l'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGBT), basata sul pregiudizio.
L'Unione Europea la considera analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo. Per ribadire la nostra contrarietà all'omofobia eccovi un bacio tra me e il Segretario PD Livio Di Tullio.
intervista a Theodoris Dritsas di Argiris Panagopoulos
La Grecia deve abbandonare le politiche dei tagli e dei Memorandum con un governo di sinistra, che aiuterà anche il cambio in Europa, spiega il deputato di Syriza Theodoris Dritsas al manifesto, convinto che con il recente voto in Grecia, in Francia, in Italia ma anche in Germania è cominciato l'inizio della fine del neoliberismo in Europa.
di Bruno Contini
Può la seconda fase del governo Monti fare a meno di un ripensamento sull’imposta patrimoniale e/o sulla tassa di successione? I problemi pratici che si frappongono all’introduzione di una imposta patrimoniale sono indubbiamente seri (al di là dell’opposizione politica che troverebbe in Parlamento). Ma sarebbe già un passo avanti se il governo annunciasse l’avvio di una credibile operazione volta a risolverne le modalità di applicazione e fornisse al vasto pubblico una spiegazione esauriente del perché l’Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e di oltre Atlantico.