di Alessandro Robecchi
Un infortunio giornalistico può sempre capitare. Ma l'errore in cui è incorso Pierluigi Battista, illustre commentatore e vicedirettore del Corriere della Sera, è un caso di scuola, una specie di esempio luminoso di cosa accade quando si scrive per tesi precostituite. I fatti separati dalle opinioni, si diceva un tempo, e mai come in questo caso lo slogan è azzeccato: i fatti qui, visibili, controllabili, stampati su foto e filmati. E le opinioni, invece, già belle e confezionate. Dunque ecco.
Il primo maggio sul Corriere Battista firma un denso editoriale dal titolo: «Cgil, perché è vietato ricordare Ramelli?». Nel resoconto di Battista si fronteggiano due realtà: una è il presidio antifascista della Cgil che si propone di «ostacolare la celebrazione in cui si ricorda l'uccisione di Sergio Ramelli», giovane di destra assassinato nel '75. Una cosa proprio brutta, su cui Battista non risparmia toni apocalittici: «lugubre decennio», «teste e coscienze penosamente aggrappate al passato», «fragorosa e rituale protesta». Insomma, i cattivi del solito antifascismo.
da Keynesblog
All’indomani delle fosche previsioni del Rapporto ILO sulle tendenze della disoccupazione di massa, ci sembra quanto mai opportuno approfondire la riflessione sul ruolo dell’azione pubblica da parte di William Beveridge, centrata sulla considerazione che “Le depressioni economiche non sono come i terremoti o i cicloni: esse sono opere dell’uomo”.
Beveridge, dichiaratamente liberale, è chiamato da Churchill nel 1941, in piena guerra, ad elaborare una riforma delle assicurazioni sociali, ma si spinge ben oltre con un Rapporto che si ascrive alla storia come l’origine del moderno Welfare (messo poi in atto dal governo laburista a partire dal 1945).
di Manlio Dinucci
Chi dubitava che Barack Obama non meritasse il Premio Nobel per la pace, ora deve ricredersi. Il presidente ha annunciato la creazione dell’Atrocities Prevention Board, un apposito comitato della Casa Bianca per la «prevenzione delle atrocità». Lo presiede la sua ispiratrice, Samantha Power, assistente speciale del presidente e direttrice per i diritti umani al National Security Council, formato dai più importanti consiglieri di politica estera.
di Francesco Piccioni
Vedere che la disoccupazione giovanile esplode -da un già inquietante 31% di pochi mesi fa al 36% di marzo 2012 - impone di cercare risposta alla domanda che viene subito alla mente: non sarà che con la «riforma» che ha portato l'età pensionabile a 67 anni questo governo - sempre pronto a riempirsi la bocca con «lo facciamo per i giovani» - ha di fatto precluso l'ingresso nel mondo del lavoro ad almeno quattro-cinque scaglioni di «coscritti»?
di Paolo Ferrero
Il boom dei disoccupati, così come evidenziato dai dati Istat pubblicati l'altro ieri, ci parla di una situazione drammatica, che solo i "tecnici" ignorano e peggiorano di giorno in giorno. Ci vuole subito un reddito sociale per tutti i disoccupati, da finanziarsi attraverso una tassa sui grandi patrimoni e da realizzarsi attraverso un piano nazionale per l'occupazione.