"La Fds del Lazio è pronta a ritirare i propri rappresentanti dal Consiglio regionale, consapevole però, come le forze che hanno promosso l’iniziativa delle dimissioni, dell’estrema difficoltà di raggiungere il numero necessario per lo scioglimento del consiglio. La Fds tiene a precisare di non essere presente nell’ufficio di presidenza, dove la minoranza è rappresentata solo da Pd e Idv, e che ha votato all’unanimità la delibera di aumento dei contributi per l’attività dei gruppi.
di Maria R. Calderoni
Ma chi ce l'ha mandata, questa? In inglese si direbbe "character assassination", uccisione dell'immagine. Ma qui da uccidere c'è proprio un bel niente, né per quanto riguarda lei né per quanto riguarda gli amichi sui.
Purtroppo, da cronista qual sono, sono stata lì come una scema a vedermela e sentirmela, la Polverini. Vuoi concionante dal suo scranno di governatore (sia in versione capo cosparso di cenere sia in versione scampato pericolo), vuoi supponente-saccente a Piazzapulita.
di Michele Cardulli
Cari consiglieri regionali del Pd,
vi scrivo questa lettera perché non facendo parte della direzione del partito non posso intervenire lunedì e dirvi le stesse cose in faccia, guardandovi negli occhi.
Da una settimana avete avuto la possibilità di mandare a casa la destra del Lazio, mandando definitivamente in pezzi il partito di Berlusconi e avviando un processo a catena che avrebbe fatto saltare, come dice lo stesso Berlusconi, Campania e Lombardia.
di Silvia Truzzi
Alessandro (tutti i nomi qui di seguito sono di fantasia; le storie invece sono vere) ha 7 anni e un deficit importante. Quando ha lo stimolo di fare la pipì, non se ne accorge. Naturalmente sotto i vestiti indossa un pannolone, ma ogni tanto bisogna cambiarlo.
Angelica ha 16 anni, frequenta una scuola superiore di Napoli. Ha un ritardo cognitivo grave, quando ha il ciclo mestruale non si accorge di sporcarsi: sua madre va in classe, l’accompagna in bagno e l’aiuta a cambiarsi l’assorbente.
di pubblicogiornale.it
Svolta nel caso Cucchi. L’esclusiva è del Messaggero, e sembra essere una novità decisiva nel processo per la morte del trentunenne romano, deceduto il 22 ottobre 2009 mentre si trovava nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini di Roma.
L’ipotesi è che ci sia stato un errore nella perizia, e che due fratture presenti sul corpo di Stefano Cucchi, una risalente al 2003 e una assai più recente, risalente al 16 ottobre 2009, giorno dopo il fermo, siano state confuse e analizzate quasi fossero la stessa.