di Nicola Tanno
Nella Spagna del 2012 gira una nuova barzelletta. Racconta di un uno straniero che domanda a un suo amico spagnolo come vanno le cose nel suo paese. "Non ci possiamo lamentare" risponde l'amico. "Ah, allora le cose vanno bene!" commenta lo straniero, ma lo spagnolo chiarisce "Non hai capito. È che non ci possiamo lamentare!"
di Yousef Salman, Federica Pitoni
«9 aprile 2011
Ore 19:15 locali.
Un drone israeliano, un veivolo comandato a distanza responsabile dell'uccisione di donne e bambini in queste ultime ore nella Striscia ha appena bombardato a Est di Zaitoun, Sud Est di Gaza city, a circa 200 metri dalle abitazioni della famiglia Samouni.
Il caso "Samouni" è uno degli attacchi terroristici più efferati della storia d'Israele.
Agli inizi di gennaio, 29 membri della stessa famiglia vennero massacrati senza pietà dall'esercito israeliano.
Erano tutti civili. Per lo più donne e bambini.
di Francesco Piccioni
Davanti a una platea di giovani metalmeccanici e precari, Landini annuncia che la mobilitazione per l'articolo 18 continua. «Non abbiamo paura, non accettiamo di menomare i diritti»
dei Partigiani del terzo millennio
Premessa doverosa: non provengo da una famiglia agiata e sono in cerca di un lavoro. Quindi qualsiasi critica nei miei confronti sarà ben accetta solo se non riguarda la mia situazione personale.
Partiamo da un concetto: chi soffia sul vento dell'antipolitica genera una tempesta (devastante) chiamata autoritarismo. Che lo faccia un personaggio squallido, forse inqualificabile come Grillo (secondo il mio parere) può dar fastidio, ma non può stupire; Ma se a farlo sono anche dirigenti politici, elettori e militanti di sinistra, questo preoccupa.
Sia chiaro: questo sistema, questo Paese - così com'è - non piace a nessuno e tutti vogliono un Paese migliore. L'indignazione, la rabbia sono sentimenti comprensibili.
Partigiana. Nata a Reggio Emilia il 10 aprile 1920, deceduta a Roma il 3 dicembre 1999, insegnante, dirigente comunista, prima donna in Italia nominata Presidente della Camera dei deputati. Il padre - un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie e che, durante la dittatura, era stato perseguitato dai fascisti - aveva voluto che la figlia Leonilde - per tutti Nilde - studiasse. La ragazza si era così laureata (in Lettere e Filosofia, all'Università Cattolica di Milano) e, per alcuni anni, aveva insegnato all'Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l'8 settembre 1943, per Nilde Iotti l'impegno che l'avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante era, infatti, entrata nelle file della Resistenza operando nei "Gruppi di difesa della donna" che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell'UDI a Reggio E., nel '46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all'Assemblea costituente.