di Stefano Galieni
Una piazza che ha visto insieme la nuova categoria creata dal governo Monti, “gli esodati” e i pensionati colpiti dalla manovra, riuniti da Cgil, Cisl e Uil. Il corteo è partito presto da Piazza della Repubblica, sotto una fitta pioggia e un clima poco corrispondente con la primavera, tante le bandiere dei sindacati, presenti Federazione della Sinistra, IdV e Sel. Tanta la rabbia e l’indignazione negli striscioni e nelle parole anche dei leader sindacali moderati. La vicenda “esodati”, tragica negli effetti che produce rasenta il grottesco. Secondo la Fornero, che si rifà ai dati forniti dall’Inps coloro che a causa della riforma si ritroveranno sospesi fra l’impossibilità di tornare al lavoro e di andare in pensione per anni, senza copertura di reddito, sono 65 mila.
In realtà i dati, di per se inaccettabili, sono totalmente errati, il loro numero è destinato a crescere mese dopo mese e saranno decine di migliaia in più, uomini e donne che, malgrado decine di anni di contributi versati, si ritrovano ad essere espulsi dal posto di lavoro e a non avere più un reddito per alcuni anni, fino a quando potranno andare in pensione con una indennità infinitamente inferiore rispetto ai contributi versati e alle aspettative.
Tiziano Rinaldini
Non occorrono grandi competenze per riconoscere che con la «riforma» ciò che prima era impossibile viene reso direttamente possibile con l'esplicita copertura di legge. Il titolo dell'art.14 del testo della «riforma» recita: «tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo», sostituendo il titolo dell'art.18 «Reintegrazione nel posto di lavoro».
Il magistrato può riconoscere illegittimo il licenziamento individuale e sanzionarlo con l'indennizzo. Non solo: si obbligano le parti a un tentativo preventivo di composizione ufficializzando sul piano legislativo che il diritto può essere materia di scambio negoziale, tentando così di evitare l'imbarazzo per il magistrato e forzando per una composizione monetizzante. Il cuore dell'art.18 richiama il ruolo della magistratura con un'unica modalità: «l'inefficacia e l'annullamento del licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo», «ordina all'imprenditore di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro».
Passa di qui lo spartiacque da una situazione a un'altra. Altro che manutenzione; non c'è spazio per considerazioni su aspetti dell'attuale testo che sarebbero meno negativi o di «pasticciata praticabilità» rispetto al testo iniziale.
Vittorio Agnoletto
Un grande battage pubblicitario annuncia da mesi l’ uscita del film “Diaz. Don’t clean up this blood”.
Molti critici e giornalisti hanno convalidato quanto più volte ripetuto sia dal produttore che dal regista: “I fatti narrati in questo film sono tratti dagli atti processuali e dalle sentenze della corte di appello di Genova”; come dire: quello che si vede nel film è la verità oggi accertata.
Non c’è dubbio che le lunghe sequenze che mostrano le gravissime violenze agite dalla polizia alla Diaz e le torture praticate a Bolzaneto rendono visibile per la prima volta quanto è avvenuto nella scuola e nella caserma; su questo ha ragione Angelo Mastrandrea (il manifesto 7 aprile).
Questo è senza dubbio un merito che di per sé può motivare la visione del film. Il rischio dell’oblio è forte e non c’è dubbio che i nostri governanti siano impegnati, da quasi undici anni, a cancellare dalla memoria collettiva quei fatti.
Chiunque uscirà dalla proiezione si sentirà fortemente coinvolto e indignato dalla ferocia delle violenze istituzionali alle quali avrà assistito. E’ l’efficacia del film, un pugno nello stomaco che non si dimentica. Ma tale riconoscimento non può esimerci dall’esercitare, anche in questo caso, un’analisi critica, tanto più rigorosa quanto più il film tende a essere presentato come aderente alla verità storica e processuale.
Rosa Rinaldi
«Quanto accaduto oggi a Taranto è un fatto gravissimo: cominciano ad essere davvero troppe le navi che arrivano nel nostro paese e che per “incidenti” di varia natura riversano in mare rifiuti di ogni tipo – dichiara Rosa Rinaldi della segreteria nazionale di Rifondazione comunista, responsabile Ambiente del Prc - . Da quanto si apprende all'origine dello sversamento in mare di olio combustile misto ad acqua ci sarebbe lo scarico dell'acqua di zavorra “contaminata”: la nave è quindi arrivata in porto con una falla a bordo? Se la notizia fosse confermata significherebbe che il Mediterraneo viene usato come una vera e propria discarica. Nell’esprimere preoccupazione per la situazione in corso chiediamo che, nell’interesse della salute pubblica, venga fatta piena chiarezza e siano accertate le responsabilità su questo fatto inquietante.
Luciano Muhlbauer
Avreste mai pensato che si potesse commissariare, oltre il presente, anche il futuro delle persone e dei popoli, magari per il tempo di una o più generazioni? E che si potesse farlo nel silenzio generale, senza dibattito pubblico e senza nemmeno consentire ai diretti interessati di esprimere un parere? No? E allora siete indubbiamente degli inguaribili ottimisti, perché non solo è possibile, ma è esattamente quello che sta succedendo, qui ed ora.
Infatti, proprio ieri il Senato della Repubblica ha concluso il dibattito generale sull’inserimento nella Carta costituzionale del principio del pareggio di bilancio e, dunque, settimana prossima, salvo emergenze o incidenti, procederà al voto del provvedimento che modificherà gli articoli 81, 97, 117 e 119 della nostra Costituzione.