di Vincenzo Comito
I grandi progetti sono spesso destinati al fallimento, con costi lievitati, scarsi ricavi, gravi effetti ambientali e sociali. Il Tav rischia di diventarne l'esempio pù clamoroso
Premessa
Si possono certamente discutere gli argomenti di chi vuole che la linea ad alta velocità Torino-Lione vada avanti e di chi invece non vorrebbe. Molti aspetti della questione sono in effetti avvolti nel dubbio e nell’incertezza. Quelle che appaiono più difficili da contestare, in tema di grandi progetti, sono invece alcune conclusioni, in qualche modo parallele al dibattito in corso, cui sono giunte nel tempo un gran numero di ricerche internazionali. Una letteratura ormai consolidata (si veda in proposito Flyvbjerg, Bruzelius, Rothengatter, 2003), mostra che la gran parte dei grandi progetti avviati nel mondo non raggiungono alla fine gli obiettivi prefissati.
Stefano Galieni
Maurizio Landini, iniziando il suo intervento dal palco nella magnifica giornata di sciopero e di mobilitazione della Fiom, ha voluto subito precisare:«Non ci interessa contarci! Che sia chi vede questa piazza piena a farlo, qui c’è oggi il paese migliore». Una giornata iniziata presto, con i pulmann che arrivavano nei parcheggi predisposte nelle periferie, i manifestanti che arrivavano in metro in una P.zza della Repubblica assolata e accogliente. Volantinando si ascoltavano i dialetti di tutto il Paese, si incontravano gli occhi e i volti di persone non rassegnate, che non si sentono isolate e che nella Fiom trovano quel luogo di democrazia che altrimenti è negato.
di Maurizio Landini
Oggi è una giornata molto importante per la Fiom e per il futuro della democrazia. Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, nel corso del sua storia non si è mai limitato a difendere le condizioni dei lavoratori che rappresenta ma ha sempre avuto l'obiettivo ambizioso di modificare, attraverso la contrattazione e l'azione sindacale, il modello sociale.
di Curzio Maltese
Se io o voi fossimo della Val di Susa, probabilmente oggi saremmo sulle barricate a difendere la salute dei figli, la nostra e una terra che rischia di essere stravolta e umiliata per sempre. Già questa banale osservazione avrebbe dovuto procurare alle lotte No Tav maggior rispetto di quanto ne sia stato riservato dalla politica e dai media in questi vent’anni, ovvero nessuno.
Le ironie dei giornali di destra e del conduttore di uno dei più squallidi programmi radio, La Zanzara, sul povero Luca Abbà, caduto mentre stava inscenando una protesta del tutto legittima e pacifica su un traliccio, meritano in pieno la reazione di Alberto Perino: «Sciacalli, jene».
di Piero Bevilaqua
Caro Presidente Napolitano,
ci spinge a scriverle un fatto politico-sindacale che appare da settimane nelle cronache quotidiane e che non trova quasi nessuna eco, e soprattutto nessun commento e riprovazione, da parte del mondo politico, del governo, dei grandi media nazionali.