di Stefano Casertano
«Le persone diligenti non guadagnano abbastanza per vivere»; «Anche chi ha un’educazione universitaria deve barcamenarsi tra stage e contratti a termine»; «Il primo 10% delle famiglie più ricche possiede il 56% del patrimonio privato, e la ricchezza deriva per la maggior parte da eredità». Sono alcune delle frasi pronunciate dagli ospiti del salotto di Anne Will, nel talk-show più importante del primo canale tedesco, la sera di mercoledì 19 settembre.
Era presente anche la giornalista Kathrin Fischer, autrice di un libro-denuncia sul declino della classe media tedesca, Generazione laminato.
A ispirare il titolo sarebbe stato il fatto che nel suo appartamento in affitto a Francoforte il pavimento non fosse in parquet.
di Paola Natalicchio
Domani saranno ottanta giorni esatti. Di sciopero a stipendio zero e occupazione. Di accampamento in tenda, in mezzo ai rumori insopportabili di via Tuscolana.Di presidio giorno e notte, con Maurizio, capelli bianchi e rughe in faccia, mestiere falegname, che apre le lattine dei pelati e fa il sugo nel pentolone di latta per quando viene fame. Di assemblee spontanee. Con Manuela, che consuma sigarette e si nasconde dietro gli occhiali da sole, perché ha fatto notte. Massimo, che agita volantini. Paolo e Stefano davanti al computer, che scrivono comunicati e controllano i siti web.
di Diego Novelli
È morto Adalberto Minucci. Aveva ottant'anni e da tempo era stato colpito da una grave malattia. Scompare con lui uno degli ultimi berlingueriani, essendo stato per oltre un decennio uno dei più stretti collaboratori del segretario generale del PCI Enrico Berlinguer.
Giovanissimo si era iscritto al Partito Comunista a Grosseto, dove aveva iniziato la sua attività di giornalista presso la "Gazzetta di Livorno".
Nel 1954 veniva trasferito a "L'Unità" edizione piemontese, mettendo subito in luce le sue doti di intellettuale profondamente legato alla classe operaia.
di Nicola Nicolosi
I prossimi giorni saranno difficili e non possiamo escludere polemiche in merito alla nostra presenza nel comitato promotore dei due referendum sul lavoro.
La nostra posizione su questi temi è radicata da sempre nella storia rivendicativa della Cgil e nella conquista del diritto del lavoro nel secolo scorso. La nozione di civiltà giuridica - scritta con lo Statuto dei lavoratori nel 1970 e dopo trent'anni di dibattiti - che non si può licenziare un lavoratore senza giusta causa e giustificato motivo, è stata cancellata con la cosiddetta riforma del mercato del lavoro.
Le fratture nel diritto lavorativo determinate dal governo di centrodestra di Berlusconi prima, e dal governo Monti poi, non hanno mai avuto il consenso mio e di Lavoro Società.
Coerentemente, lavoreremo nei prossimi tre mesi per raccogliere firme sui due quesiti, per l'abrogaizone dell'art. 8 della manovra di agosto 2011 e delle modifiche all'art. 18 Statuto dei lavoratori apportate con la controriforma Fornero.
di Gabriele Pastrello - Joseph Halevi
C'è una genia che prospera su tutto lo spettro politico, italiano e mondiale: i lungoperiodisti. L'atteggiamento di chi posa a pensatore del futuro, disdegnando le misure raffazzonate o gli interventi di breve periodo. I lungoperiodisti di destra aborriscono l'inflazione e vogliono una crescita finanziariamente sana; quelli di sinistra sono preoccupati per gli sconvolgimenti causati dalla crescita incontrollata passata. I secondi hanno ragioni migliori dei primi, ma entrambi paiono ignorare che siamo in un periodo di crisi economica che sta già creando recessione e miseria, come sanno bene gli ammalati gravi greci che non possono più curarsi. I primi però non lo ignorano affatto, anzi. Hanno deciso che la crisi economica è un'occasione d'oro per una terapia di immiserimento di ampi strati di popolazione come la cura migliore. Per questo sono acerrimi nemici di Keynes.