di Paolo Ferrero
Cari compagni e compagne, vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e comitati - si sono battuti contro le politiche liberiste - e negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
di Antonio Ingroia
Caro Direttore, ho letto l'intervento di Attilio Bolzoni sul suo giornale e le chiedo di ospitare alcune osservazioni. La battaglia antimafia è la battaglia di tutti perché è una battaglia per la difesa dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, di cui le mafie fanno strame. Dove le mafie sono radicate - e questo è avvenuto in una parte grande del nostro paese - il diritto alla libertà di espressione è leso, ce lo ricordano i giornalisti intimiditi ed uccisi, il diritto alla libertà di voto è vilipeso, perché decide il boss chi votare, il diritto al lavoro è piegato ai favori del boss, il diritto a fare impresa si applica alle imprese del boss e le altre pagano il pizzo, il diritto alla salute è affidato a nominati dal boss
di Marco Sferini
Si chiude dunque un anno tormentato dalle peggiori politiche antisociali che si siano viste in questi ultimi decenni. Un anno che è stato mostrato come il lavacro purificatore dalla crisi economica che ha investito anche l’Italia e che, senza il salvifico intervento del governo di Mario Monti, sarebbe divenuta un blob che avrebbe ingoiato tutto e tutti. Ancora una volta si è ricorso al terrorismo come elemento di elevazione della paura della gente comune per il proprio futuro in una necessaria speranza affidata ai proconsoli della Banca Centrale Europea e del mercato internazionale. Il governo Monti ha cancellato quello che rimaneva degli ultimi diritti dei lavoratori, a partire dall’articolo 18 sulla giusta
di Matteo Pucciarelli
Alle prossime elezioni sarà presente una lista di sinistra alternativa sia al centrosinistra – il quale non metterà in discussione i vincoli di stampo neoliberista imposti da Bce e Fmi – che al Movimento Cinque Stelle – il quale nega l’esistenza di un processo globale di trasferimento delle risorse, dal basso verso l’alto. Candidato premier Antonio Ingroia. Ma mentre fuori il mondo fa la guerra a una lista del genere (basti vedere il tam tam mediatico basato sul nulla: Piero Grasso il magistrato buono, l’ex pm di Palermo il magistrato cattivo), dentro la stessa sinistra si riproduce, come un batterio autodistruttivo, la dinamica dei fratelli-coltelli. Proprio nel momento in cui servirebbe fare quadrato
di Roberto Musacchio
Come accadde nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, anche questa campagna elettorale ha tutte le caratteristiche per essere una sorta di vera e propria Costituente di quella che possiamo definire la Terza Repubblica o la Prima dell’era dell’Europa post compromesso sociale. Allora fu Berlusconi a cambiare le carte in tavola e a costruire apparentemente in poco tempo, ma in realtà con materiali accumulati nel tempo, quella forza che ha caratterizzato il cosiddetto bipolarismo italiano. Ora è Monti che prova a sparigliare ma, probabilmente, non riuscirà nella stessa impresa che vide il Cavaliere divenire il più votato nel giro di una sola competizione alle urne.