di Irene Bregola
Queste sono le nostre primarie: non si tratta però di votazioni, ma di questioni primarie per noi e per tante donne e tanti uomini del nostro Paese. Siamo in piazza per difendere i diritti e per ricordare, in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, che esiste anche una violenza subdola, quella che si applica togliendo diritti ed eliminando tutele. Raccogliamo le firme per abrogare l'art. 8 e per difendere l'articolo 18: lo facciamo perché crediamo che l'aver intaccato il potere del contratto collettivo nazionale e il sistema sanzionatorio da applicare ai licenziamenti illegittimi non solo non aiuti il mercato del lavoro
di Esmeralda Rizzi
Il femminicidio, come drammaticamente ci riportano le cronache, è diventato nel nostro paese una vera emergenza sociale. In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, ne parliamo con Annamaria Rivera, antropologa e attivista antirazzista, docente di Etnologia e Antropologia sociale nell’Università di Bari. “In tema di condizione femminile – spiega Rivera –, l’Italia presenta degli aspetti davvero peculiari e allarmanti, un caso emblematico di regressione della condizione e dei diritti delle donne. Leggendo i dati più recenti si deduce facilmente che il nostro paese sta vivendo un regresso vertiginoso sul piano
di Paolo Ferrero
Rivolgo un appello ai cittadini e alle cittadine che oggi votano per le primarie: voti alle primarie? Nulla di dire, ma ricordati di andare a firmare per i referendum sull’abolizione della riforma delle pensioni della Fornero, per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e per abolire l'articolo 8 voluto da Berlusconi che cancella il Contratto Mazionale. Delle primarie ne parlano tutti i giorni in televisione, dei referendum no. Forse perché le primarie non fanno paura a nessuno, mentre dei referendum i padroni del vapore hanno molta paura. Per questo ti invitiamo a firmare per il referendum, non ti chiediamo nemmeno 2 euro, è gratis. Se non vuoi farlo per noi, fallo per te!
di Roberto Ciccarelli
Arrivato a piazza Sant'Andrea della Valle, crocicchio presidiatissimo tra il Senato e Campo de'Fiori, il gruppo di contatto degli studenti ha rivolto alla Digos il fermo invito di spostare la barricata degli autoblindo di polizia e carabinieri. Visto che gli agenti indossavano i caschi, ed erano schierati in tenuta antisommossa, gli è stato chiesto di mostrare il volto. L'ordine è stato impartito, i caschi sono stati sfilati e la muraglia si è aperta. Potrebbe essere questa una delle principali istantanee della trasparente giornata novembrina che il movimento studentesco ha vissuto ieri a Roma. Ventimila studenti, docenti precari, insegnanti, il Quinto Stato dei precari e dei lavoratori
di Domenico Moro
La vera emergenza nell’area euro non è lo spread ma la disoccupazione. Lo ammette la Bce nel suo ultimo rapporto sul mercato del lavoro[1], che rivela come un’elevata disoccupazione sia ormai una caratteristica strutturale dell’economia europea. Tra il 2008 e il 2011 l’Europa ha perso 4 milioni di posti di lavoro (-2,6%). Negli Usa la perdita è stata maggiore, ovvero di 6 milioni di posti di lavoro (-4,5%), pur a fronte di un medesimo calo del Pil (-5%). Ma mentre dopo il 2010 - quando entrambe le economie raggiunsero un tasso di disoccupazione del 10% - negli USA questo ha cominciato a diminuire, in Europa ha continuato a crescere