di Federica Pitoni
«Fermiamo il massacro a Gaza. Basta con il terrorismo israeliano». Con questo striscione, portato da alcune donne palestinesi, sabato 17 novembre hanno sfilato a Roma un migliaio di persone, palestinesi e italiani. Gridando «Palestina Libera. Free Free Palestine», hanno attraversato le vie storiche di Roma, da piazza Montecitorio a via del Corso, piazza Venezia, per poi arrivare al Colosseo. Una giornata particolare di impegno e di lotta dove la Comunità palestinese, l’associazionismo, esponenti della Federazione della Sinistra, singole persone che hanno risposto al tam tam della rete – tutto è stato deciso e organizzato in ventiquattr’ore…
di Luca Sappino
Luigi de Magistris ha una scenetta in mente, di vita familiare. E spiega così la sua svolta politica, che presenterà a Roma il 12 dicembre: liste arancioni antimontiane e di sinistra. «C’è una famiglia, riunita in cucina, a pochi giorni dal voto». Sono gli italiani indecisi, quelli che in Sicilia sono stati la maggioranza, e che nel Paese crescono ogni giorno.
«Stanno cercando di decidere – dice il sindaco di Napoli – a chi dare il loro voto, e cosa vedono? Un centrodestra che tenta l’effetto makeup, di cui però conoscono bene le responsabilità sulla crisi, sempre negata. Poi un centro, che certo
di Roberto Ciccarelli
All'inizio della contestazione subìta ieri mattina al palazzetto dello Sport Flaminio di Rimini, la ministra degli Interni Anna Maria Cancellieri ha rimproverato gli studenti che esponevano lo striscione «Stop violenze Polizia, identificativi sulle divise» di non conoscere le regole della democrazia. Seccata per l'interruzione del suo intervento davanti a 1500 studenti che gremivano gli spalti in occasione della premiazione del concorso «Legalità e solidarietà: nella scuola nasce e cresce la cittadinanza attiva», il ministro ha chiesto ai contestatori il significato di «fascismo» e «squadrismo».
di Luca Casarini
Un sorprendente Ezio Mauro su la Repubblica restituisce la cifra di ciò che è stato capace di fare il 14 Novembre. Noi, che ci siamo immersi in esso, continueremo a lungo a guardarlo da vicino. Ma non è inutile iniziare da quello che vedono gli altri, e in particolare coloro che non stanno certo dalla parte dei movimenti che si battono per un cambiamento radicale, come la Repubblica. “Deficit di libertà” titolava ieri l’editoriale a firma del direttore del giornale – partito più attivo d’italia, e spiegava, argomentando con grande scioltezza, che il 14 novembre non si può ridurre né
di Matteo Pucciarelli
Al di là della retorica del «se fossimo un Paese civile», qui si tratta dell’abc. Se il ministro della Giustizia non sa quel che avviene nei locali del “proprio” ministero – come ella sostiene – dovrebbe ammettere di non esser stata capace di controllare; e se non sei capace di vigilare sul “tuo” allora molto semplicemente ti dimetti perché non sei all’altezza. Si sa che la cultura delle dimissioni e dell’assunzione di responsabilità in Italia non è mai andata molto di moda. Piaceva e piace molto l’autoassolutismo, come anche la rivendicazione dal guarda-come-sono-figo-me-ne-frego-e-vado-avanti e più-faccio-schifo-e-più-resto.