di red.
Ieri sabato 3 novembre si è tenuta la riunione del Consiglio della Federazione della Sinistra, per discutere della situazione politica alla luce del recente risultato elettorale siciliano e nel contesto delle recenti polemiche che hanno coinvolto alcune delle forze che si oppongono al governo Monti. Ma soprattutto la riunione ha messo a stringente confronto le diversificate opzioni di linea politica emerse nell’ambito della stessa Federazione e già comparse sugli organi di stampa, concernenti l’atteggiamento da tenersi nei confronti del centro-sinistra, in particolare del Partito Democratico, e le scelte di schieramento da attuarsi in vista delle imminenti elezioni politiche.
di Paola Natalicchio :: Intervista a Paolo Ferrero
E quindi la Federazione della sinistra continua a vivacchiare, però Rifondazione e Pdci sembrano ormai pianeti lontanissimi. O sbaglio?
La Federazione è una federazione. Non un partito. Le cose su cui si è d’accordo si fanno insieme, le cose su cui non si è d’accordo no.
Certo però non è un dettaglio a dividervi, ma la questione primarie e le alleanze alle prossime elezioni nazionali...
Avevamo proposto di fare un referendum tra gli iscritti, per capire quale fosse la posizione realmente maggioritaria nella Federazione. Le altre forze politiche hanno respinto la proposta. Ne prendiamo atto.
di Antonio Di Pietro
Ancora ieri i cronisti di Report, ribadivano accuse e illazioni diffuse in questi giorni su di un mio presunto (e in realtà inesistente) “ingente patrimonio immobiliare”. Più che di disattenta informazione, si tratta di una scientifica e reiterata azione di killeraggio politico. A portarla avanti è chi vuole, a tutti i costi e da anni oramai, distruggere il mio nome e tentare di bloccare l’azione politica di Italia dei Valori. Report continua a parlare di principesche proprietà immobiliari che farebbero capo ai miei figli Anna ed Antonio Giuseppe (detto Toto). E dopo Report si atribuiscono ad Anna ben 8 immobili e a Toto 7.
di red.
Dopo le accuse di Report, le lusinghe di Grillo e le minacce di Donadi si continua a parlare di Antonio Di Pietro. Ma stavolta a farlo sono i sindaci di due importanti città del Mezzogiorno, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, e Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo. Dalle loro parole traspare una critica al partito e al suo capo, ma anche la necessità e la voglia di tagliare i ponti con quel che è stato e ricominciare. “Servono segnali chiari. Chiudere quell’esperienza e pensare a un progetto fuori dai partiti”. Lo auspica De Magistris rivolgendosi a Di Pietro in un’intervista concessa al nostro giornale.
di red.
Solo tre su dieci ce la fanno. A convincere le banche ad accendergli un mutuo. In altri tre casi la richiesta è respinta, con motivazioni diverse; mentre in quattro viene imposto, a vario titolo, un supplemento di istruttoria. E’ quanto emerge da un’inchiesta dell’Adnkronos, che ha presentato a dieci banche la richiesta per la concessione di un finanziamento da 100mila euro a 30 anni, con la busta paga di un dipendente che guadagna 2.200 euro nette al mese. In sostanza, sempre più spesso, le aspirazioni di chi chiede un mutuo si fermano all’istruttoria preliminare, prima ancora che si arrivi alla fase decisiva, quella della perizia sull’immobile.