di Piergiorgio Alleva
L'odiosità della rappresaglia che la Fiat di Marchionne ha annunziato rispetto alla meritatissima (e vergognosa) condanna per discriminazione antisindacale pronunziata nei suoi confronti, prima dal Tribunale e poi dalla Corte d'Appello di Roma, è stata percepita e stigmatizzata da tutti gli osservatori, senza distinzione, si può dire, di colore politico o orientamento ideologico. Addirittura membri autorevoli del governo hanno sentito il bisogno di prendere le distanze da un modo di comportarsi - e, a questo punto, anche di pensare - tanto estraneo ad elementari
di Giacomo Russo Spena
Sulla figura di Antonio Di Pietro bisogna scindere il discorso su due piani: le sue battaglie e posizioni politiche da un lato, il modo di gestire il partito dall'altro. Report - come ha ammesso lui stesso - gli ha dato il colpo di grazia. Ma, pur essendo uscito sempre pulito dai processi che lo vedevano imputato, alcune "macchie" sul Tonino nazionale sono indelebili. Da anni Di Pietro porta avanti una gestione dell'Idv a dir poco avventata, familistica e clientelare. I casi dei deputati Razzi e Scilipoti o la questione nel Lazio di Maruccio sono emblematici.
di Andrea Fabozzi
Liste sbarrate per molti attivisti della prima ora, spalancate per chi è da anni fuori dal movimento e magari milita in altri partiti. È quello che potrebbe succedere con le regole per le elezioni politiche stabilite da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. E calate nell'ormai famoso «comunicato politico n°53» con il quale, nelle ore in cui si festeggiava il risultato siciliano, Grillo ha aperto la corsa alle elezioni 2013 annunciando di fatto la sua candidatura a premier (ma non in parlamento). Valentino Tavolazzi, consigliere comunale a Ferrara, con Grillo fino a quando gli è stato inibito l'uso del simbolo (di proprietà dell'ex comico) per aver avanzato
di red.
Antonio Di Pietro va all’attacco. Il leader dell’Idv repliche alle accuse di Report (anche se non cita mai la trasmissione di Rai 3) e sul suo blog presenta le “visure catastali, dalle quali ci si può facilmente rendere conto che i figli non sono affatto proprietari di ’15 case’ ma solo di due appartamentini” comprati con i miei “risparmi” e quelli di mia moglie. Per Di Pietro, infatti, le accuse sul “suo ingente patrimonio” sono “perle di disinformazione” e “scientifica opera di killeraggio politico”. Nei giorni scorsi il presidente dell’Italia dei Valori aveva già replicato alle contestazioni che riguardavano l’uso dei fondi del partito.
di Fabio Marcelli
E’ innegabile che viviamo in una società tuttora dominata da forti valori di tipo patriarcale, all’insegna della preminenza dei maschi, che non a caso contano la maggior parte dei posti di comando in campo politico, economico, sociale e culturale. Per non parlare di fenomeni come il machismo berlusconiano, che hanno relegato le donne nel ruolo di oggetti sessuali a pagamento, o del fatto che le principali vittime della crisi in corso siano loro. Tutto ciò d’altronde non è casuale ma è l’esito di un lungo percorso storico nel cui ambito, come affermano Alberto Burgio e Gianluca Gabrielli, l’inferiorizzazione della donna ha costituito un tratto caratterizzante della modernità.