di Massimo Giannetti
«Mi gioco tutto», ha detto l'altra sera Beppe Grillo alla chiusura del suo tour elettorale siciliano durato 20 giorni: «Prima del mio arrivo ci davano all'8%, adesso penso che potremmo arrivare al 15. Il 15% significa che a livello nazionale possiamo arrivare al 30». Le elezioni regionali di oggi in Sicilia vanno dunque oltre lo Stretto: sono un test importantissimo anche per il capo del Movimento 5 Stelle, le cui proiezioni statistiche del voto siciliano nel resto d'Italia non sono per niente campate per aria. Il risultato vero che uscirà lunedì dalle urne farà la differenza. Di Grillo e del grillismo parliamo con Salvatore Lupo, ordinario di Storia contemporanea all'università di Palermo.
di Giovanni Mazzetti
E’ sensato riferirsi al governo in carica come ad “una congrega di maldestri stregoni”, o si tratta di un’esagerazione? In contrasto con la convinzione più diffusa, che il mago sia colui che inventa soluzioni innovative, l’antropologia da tempo riconosce che il mago è colui che, al sopravvenire di eventi che gli rimangono oscuri, applica rigidi rituali mistici, ereditati dalle generazioni precedenti, dai quali non sa imparare a scostarsi. Da questo punto di vista il mago può essere considerato un “tecnico”, che tenta di risolvere un problema senza avere una chiara rappresentazione dei passaggi attraverso i quali giungere al risultato.
di Romina Velchi
Nella Carta d’intenti dei progressisti (che suggella l’alleanza tra Pd, Sel e Psi) il riferimento al «centro liberale» è quanto mai esplicito. Si dice, nel capitolo dedicato all’Europa, che «i progressisti devono promuovere un patto costituzionale con le principali famiglie politiche europee» e in particolare «cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale» con le quali «promuovere un accordo di legislatura». Ma la marcia verso il «centro liberale» non riguarda solo i rapporti politici in Europa, bensì anche (soprattutto?) quelli di casa nostra.
di Giuseppe Carroccia
Nella piazza centrale del Decimo municipio di Roma, la piazza Don Bosco teatro di tante manifestazioni degli inquilini degli enti previdenziali, abitanti il colonnato che riproduce in periferia quello di San Pietro (immortalato perciò da Fellini nella Dolce Vita) e oggi ribattezzata piazza Welby in onore del simbolo della lotta per l’eutanasia, i comunisti di Cinecittà hanno piazzato una tenda rossa e organizzato una tre giorni di festa e di dibattiti. Si possono acquistare i prodotti che i Gap del territorio organizzano ogni sabato in quattro punti del municipio e sostenere fattivamente le popolazioni emiliane colpite dal terremoto acquistando pezzi di parmigiano.
di Monica Lanfranco
“C’è una visione, e una versione, del desiderio maschile sul corpo femminile che lo vuole come una superficie sulla quale proiettare il proprio desiderio”. Ieri, a Vicenza (città nella quale qualche anno fa si discusse molto a partire dall’episodio della ragazza-vassoio, sul cui corpo svestito fu allestito un banchetto per un evento commerciale, non una riedizione della performance surrealista di Meret Oppenheimer dei primi del ’900), queste parole le ha pronunciate un uomo.