di Paolo Ferrero
La Carta d'intenti dei Democratici e Progressisti nelle ultime 10 righe è molto chiara. PD, SEL e PSI si impegnano a:
- vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta;
- assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi;
- appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico-economico federale dell’eurozona.
di Alfonso Gianni
Nel documento comune Pd Psi Sel che sta per essere presentato a Roma tra pochi minuti, non viene mai citato Monti e il suo governo. Un evidente compromesso tra chi vuole proseguire l'agenda Monti e chi no. Ma in questo modo si ha un'immagine surreale dell'Italia, come se il governo Monti fosse stata una parentesi trascurabile che non ha prodotto guasti. Quindi si glissa sull'articolo.18, persino sull'art.8, oggetto di referendum, non si parla di fiscal compact.
di Romina Velchi
Ci voleva la legge elettorale (o meglio la prospettiva di non essere del tutto spazzati via e di continuare a “pesare” anche se in minoranza nel paese grazie alla grande coalizione prossima ventura) per resuscitare in parlamento la vecchia alleanza Pdl-Lega-Udc (per la cronaca, quella che a suo tempo approvò il Porcellum...). E così, per il Pd si fa più serio il rischio di perdere le prossime elezioni dopo aver rinunciato ad una vittoria sicura per far posto al “tecnico” Monti.
di Alfio Mastropaolo
Nel disastro della politica italiana, il presidente Giorgio Napolitano ha preso slancio. In parte è solo un disastro presunto, perché non tutti i partiti versano nel medesimo stato di decomposizione e corruzione, mentre - per quanto contagioso sia il malaffare - l'immagine di un disastro generale è frutto di un'intenzionale aggressione alle democrazia rappresentativa. Sta di fatto che il presidente non lesina i suoi interventi. Quanto siano legittimi, e quanto non lo siano, non è scritto da nessuna parte.
di Tonino Bucci
Il centrosinistra fotografato a Vasto oltre un anno fa è un'immagine sbiadita. Quella era un'altra epoca. Poi sono arrivati Monti e il governo dei tecnici e tutto è cambiato. L'alleanza Pd-Sel-Idv è ormai una formula senza identità politica. Troppe le incognite. Che margini di manovra avrebbe un futuro governo di “centrosinistra” rispetto alla camicia di forza dei vincoli europei? Tanto per dirne una, il fiscal compact deciso dai vertici dell'Ue (e ratificato dal parlamento italiano) impone ai paesi indebitati come l'Italia un taglio di 40 miliardi l'anno, euro più, euro meno.