di Dino Greco
Di fronte al tracollo dell'economia “reale” (che significa: aziende in disarmo, disoccupazione in caduta libera, crollo dei redditi popolari e dei consumi essenziali, fame, povertà e disperazione) Monti ci offre oggi una stupefacente affermazione che recita testualmente così: “Il rigore ha aggravato la crisi, ma era necessario per risanare”. Ma cosa pensava Monti di poter risanare se il taglio di ogni forma di spesa pubblica potenzialmente destinata ad alimentare la ripresa ha messo in ginocchio la produzione, se il blocco della contrattazione ha abbattuto il valore dei salari, se gli importi della cassa integrazione e le retribuzioni con cui si paga il lavoro precario sembrano mance per adolescenti, se la riforma del mercato del lavoro pretesa da Elsa Fornero
di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena
Matteo il Renzi, giovane e poi giovane e infine giovane. Vignetta folgorante di Ellekappa su Repubblica: «Renzi smetta di insultare tutti e si concentri sul programma». Risposta: «È quello il programma». Appunto, sostituire le vecchie volpi – ormai decrepite – e al loro posto insediare un’altra volpe: lui. Giovane, ricordiamolo, casomai ve lo foste scordati. Un po’ meno giovani sono le sue idee, le poche che trapelano. Ma quello è un altro discorso.Andiamo con ordine: «Se vinco io le primarie, tutti a casa». Contro le nomenklature e gli “inciuci” di corrente interne (io do un posto in segreteria a te, tu dai la presidenza di commissione a me), il sindaco di Firenze incarna un po’ il Beppe Grillo del Pd.
di Salvatore Cannavò
Il ministro Profumo ha annunciato un’altra bella notizia per la scuola pubblica. Gli insegnanti saranno riforniti di un tablet, non sappiamo se IPad o altra marca, in modo da rendere la scuola più snella, efficiente, proiettata verso il futuro. Molto bello. Peccato che la misura sia al momento prevista solo per quattro regioni del Sud, forse a causa di un gap storico da colmare.
Peccato, ancora, che proprio stamattina mi sia recato presso la scuola dei miei figli, un’elementare della zona nord di Roma, per consegnare al nuovo maestro trenta pacchi di carta igienica, alcuni flaconi di sapone per le mani, rotoloni per asciugarle. In un’altra scuola vicina, invece, le maestre spiegavano che in tutta la scuola funzionavano solo due water e per mandare i ragazzini in bagno dopo la pausa mensa, c’è voluta quasi un’ora.
di Luciano Gallino
La chiusura ventilata della Carbosulcis avrà forse delle ragioni economiche, ma per diversi aspetti ha un forte contenuto politico, e un non meno rilevante potenziale di innovazione del modello industriale. Se le ragioni economiche finissero per prevalere sulle altre, come rischiano di prevalere, sempre in Sardegna, nei casi dell’Alcoa, dell’Euroallumina, della Portovesme, le relazioni industriali in Italia farebbero un altro passo all’indietro, e le spinte a innovare qui e ora un modello industriale superato subirebbero un lungo rinvio.
Il contenuto politico deriva dal fatto che si tratta di minatori. La memoria non può non andare al durissimo attacco che venne sferrato dal governo Thatcher nel 1984-85 contro il sindacato nazionale dei minatori, il più forte del Paese. Ben più che ridurre i costi dell’industria mineraria o avviarla a qualche tipo di conversione, esso aveva lo scopo manifesto di spezzare le reni all’intero movimento sindacale. L’operazione ebbe successo.
di Alfonso Gianni
Quello che colpisce negativamente in questo dibattito aperto nel campo della sinistra alla sinistra del Pd, giustamente infervoratosi dopo l’annuncio di un’intesa, pur tra mille distinguo e precisazioni successive, tra Vendola e Bersani, è la primazia data alla questione delle alleanze e alla legge elettorale, rispetto alle grandi questioni di programma attorno alle quali si dovrebbe costruire tanto un’ipotesi di governo di centrosinistra quanto quella della costruzione di un’opposizione di sinistra a un eventuale esecutivo di grande coalizione in salsa italiana. In entrambi i casi, ponendosi infatti come tra loro alternativi, la scelta dovrebbe essere determinata in primo luogo dal cosa fare rispetto al come e al con chi.