di Elisa Finocchiaro
Seduta sul bus, guardo le scie delle luci nel buio, fuori. Il vetro del finestrino riflette anche l’interno, così mi accorgo che la voce che sento, si sta rivolgendo proprio a me. Mimmo, così si fa chiamare Mohammed. Un berretto ed una tuta blu con una scritta sul petto che pubblicizza sanitari. Alcune parole le dice ad alta voce, come per sottolineare di conoscere espressioni che solo un romano doc potrebbe utilizzare. Mi chiede il permesso di appoggiare il suo zaino sullo spazio vuoto che ho affianco. Rispondo “Certo” e lui rimane stupito, e mi chiede “Come sai cosa c’è dentro? Potrei essere un terrorista”. E poi subito “Non preoccuparti, io sono idraulico, io lavoro con italiani”, come per rassicurarmi. Gli accenti sottolineano fortemente “idraulico” e “italiani”. Ride. “Io domani, lavoro, presto. Devo svegliarmi presto.”
E' inammissibile e gravissimo che il mondo, soprattutto quello del pacifismo e di gran parte della sinistra, tentenni, fino all’immobilismo, di fronte ad una vera e propria invasione in atto in Siria - Paese sovrano - ad opera di forze straniere per nulla interessate alle sorti del popolo siriano, alla sua autodeterminazione, o alle sue richieste di maggiore democraticità.
Ci sono tanti modi per insanguinare un Paese. La guerra in Siria c’è già: l’ingerenza esterna da parte delle potenze occidentali e petromonarchiche hanno alimentato una devastante guerra per procura, con la fornitura di finanziamenti, armi, combattenti, consiglieri e appoggio diplomatico.
Wikileaks ha messo in luce la presenza in Siria della quinta colonna USA diretta a destabilizzare e provocare la crisi del regime di Assad, già molti anni prima della cosiddetta Primavera araba.
Intervista a Massimo Rossi
di Daniela Preziosi
«L'alternativa la faremo con le forze politiche, le organizzazioni e movimenti, le personalità dei mondi della cultura che opponendosi al governo Monti hanno prospettato strade diverse per uscire dalla crisi del modello liberista». È rimasto un po' in ombra Massimo Rossi, portavoce della Federazione della sinistra, dal momento della sua elezione. Complice il suo stile, il fatto che la mattina continua ad insegnare - è il suo mestiere -, e che i principali partiti della sua federazione (Prc e Pdci, ma c'è anche il movimento del partito del lavoro di Salvi e Patta e un drappello di senza tessera) hanno preso spesso iniziative autonome. Oggi Prc e Pdci dichiarano diverse intenzioni sulle alleanze, come il manifesto ha riferito lo scorso sabato. Il Prc per una Syriza italiana, il Pdci per un patto con il Pd. Lui si schiera con la prima ipotesi. «Si pensi a quanto è cresciuto nel referendum sull'acqua e il nucleare, o all'opposizione della Fiom e del sindacalismo di base. Ai politicisti questo schieramento può apparire inconsistente. Ma c'è un grande spazio per una proposta di cambiamento. Ma se l'alternativa non si mette in campo non crescerà mai.
di Giuliano Pennacchio
Un’assemblea operaia, promossa dalla FIOM per ripartire dopo le menzogne sul piano Fabbrica Italia di Sergio Marchionne. Al Gian Battista Vico a luglio 2013 scade la cassa integrazione per quei lavoratori, più di duemila, che non sono stati assorbiti nella Newco. La rabbia taglia l’aria. Franco Percuoco delegato FIOM è estremamente chiaro: è in ballo il futuro di migliaia di famiglie e di una intera comunità. Non c’è più tempo: occorre una proposta che garantisca tutti i quattromila lavoratori della FIAT di Pomigliano (i duemila che stanno in fabbrica e gli altri che restano oggi fuori) per ricostruire l’unità e per poter mantenere il posto di lavoro.
di Stella Morgana
Non solo guadagnano meno degli uomini. In più – e nella maggior parte dei casi è una conseguenza – per avere un mutuo devono fare il doppio della fatica e quindi spesso ottenere la metà dei risultati. I numeri snocciolati dal portale Mutui.it raccontano che solo il 27% delle richieste in banca hanno una donna come intestatario numero uno.
Perché? Mamme, sorelle, fidanzate o mogli a fine mese in busta paga si ritrovano il 16,4% in meno rispetto ai loro colleghi. Quindi o pagano in contanti o si trovano un compagno che spesso risulti più “affidabile” alle banche.