di Paolo Ferrero e Marco Ravera
La Festa, quella che da anni si svolge sul lungomare dei ceramisti, meglio noto come lungomare di Zinola, è diventata la Festa nazionale di Liberazione. Un risultato importante reso possibile grazie al lavoro delle compagne e dei compagni del PRC di Savona o meglio grazie alla comunità che la Festa provinciale è riuscita a creare. Una comunità prevalentemente di non iscritti a Rifondazione, che si da appuntamento di anno in anno. Una comunità che vuole definire nuove forme di militanza, perché è una comunità di donne e di uomini che si pone il problema della trasformazione della società capitalista, che si propone il superamento dell'ordine delle cose esistenti.
di Fabio Marcelli
Penso non vada affatto sottovalutata la portata dell’irruzione, avvenuta lo scorso giovedì, nella piazza dove stancamente si esibivano i soliti leader sindacali, di centinaia di operai dell’Ilva e cittadini di Taranto organizzati nel Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, che hanno costretto i “bonzi” a interrompere precipitosamente il comizio rifugiandosi da qualche parte sotto la custodia delle forze dell’ordine, in uno slancio di apprensione e paura forse eccessive.
Questa irruzione, pacifica ma determinata potrebbe avere il merito di far saltare il tavolo dove una serie di loschi personaggi si accingevano a giocare, in nome di ruoli di rappresentanza del tutto fittizi, una partita che avrebbe con ogni probabilità visto perdenti sia i lavoratori dell’Ilva che la città di Taranto.
di Giuliano Garavini
Ci sono delle cose dell’economia che non possono essere dette in pubblico. Una di queste, lo sottolineano acutamente sia Luciano Gallino che Paul Krugman in recenti contributi, è che la crisi che stiamo vivendo non è una crisi del debito pubblico ma una crisi della finanza.
In altre parole: le banche e la loro regolazione sono il male, mentre il debito pubblico non è che una manifestazione di questo come di altri mali che andrebbero curati alla radice. L’ulteriore riprova dell’indicibile è il “decalogo” prodotto dal Partito democratico in vista delle prossime elezioni politiche.
Nell'incontro Vendola-Bersani è stata raggiunta una intesa per costruire una coalizione anche con l'Udc. Sel commette un duplice errore. Il primo: non si capisce come un futuro Governo di questo tipo, con dentro l'Udc, possa attuare politiche minimamente progressiste. È evidente che chi nel Pd si riconosce compiutamente nelle politiche del Governo Monti più il partito di Casini saranno in grado di condizionare pesantemente le politiche dell'esecutivo. Il secondo errore sta nel fatto che Sel, facendo un percorso inverso, se si fosse predisposta a costruire una aggregazione con le forze oggi all'opposizione del Governo Monti (Idv, Fds e movimenti vari), avrebbe contribuito ad aprire un grande spazio a sinistra nel paese. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare affinché nel Paese si costruisca un polo di sinistra non minoritario che si proponga come alternativo alle politiche di Monti e della Bce.
di Alberto Lucarelli
In nome della crescita europea l’Italia sacrifica il suo fondamento costituzionale: approvando, senza dibattito e in via definitiva il disegno di legge di ratifica del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (il cosiddetto fiscal compact), la Camera ha spostato la sovranità dal popolo (come recita l’art. 1 della Costituzione) alla burocrazia europea. In pratica, il voto impone all’Italia di tagliare per 20 anni 45 miliardi di debito pubblico all’anno: solo per dare un’idea della dimensione della scure Ue, a confronto la spending review cancella spese per un di 29 miliardi in tre anni.