di Robert Fisk - settembre 1982
Roma, 16 settembre 2012, Nena News - "Furono le mosche a farcelo capire. Erano milioni e il loro ronzio era eloquente quasi quanto l'odore. Grosse come mosconi, all'inizio ci coprirono completamente, ignare della differenza tra vivi e morti. Se stavamo fermi a scrivere, si insediavano come un esercito - a legioni - sulla superficie bianca dei nostri taccuini, sulle mani, le braccia, le facce, sempre concentrandosi intorno agli occhi e alla bocca, spostandosi da un corpo all'altro, dai molti morti ai pochi vivi, da cadavere a giornalista, con i corpicini verdi, palpitanti di eccitazione quando trovavano carne fresca sulla quale fermarsi a banchettare.
di Maurizio Musolino
Quello che sta accadendo in queste ore in molti paesi islamici ancora una volta sorprende il mondo, le immagini ci mostrano folle inferocite che assaltano i simboli dell'occidente, dalle ambasciate ai ristoranti, il tutto in nome di un islam estremista e totalizzante. Verrebbe da dire “chi è causa del proprio mal... pianga se stesso”, ma la responsabilità che ci ha sempre distinti ci impone altro. Innanzitutto la presa di distanza da quest'ondata di ira che solo apparentemente nasce dallo sdegno verso il brutto film fatto da un ambiguo personaggio sul mondo musulmano.
di Andrea Scanzi
Per Lucio Dalla era, anzitutto, cerbottana. Qualcuno da cui imparare. Per osmosi, per palingenesi. “Roversi mi ha insegnato cose ininsegnabili. Tirandomi da lontano delle freccine con la cerbottana, mi ha fatto capire delle cose che non avrei mai capito né a scuola né da solo, né andando tre volte sul monte Sinai. Ho capito soprattutto l’organizzazione del pensiero della canzone, la parola, il segno, il senso, la forza”.
Roberto Roversi, poeta dolce e indomabile, severo e risorgimentale, è morto. Ieri, a 89 anni. Il 2012 ha falcidiato Bologna: Dalla, Stefano Tassinari, Roversi.
Intervista a Pier Giovanni Alleva
di Stefano Galieni
Il gius lavorista Pier Giovanni Alleva è fra coloro che da tempo prova a definire quelle che debbono e possono essere i rapporti di lavoro in un sistema che è indubbiamente cambiato, mettendo al centro i diritti di chi lavora. Ieri mattina anche lui, insieme agli esponenti politici della sinistra e ad alcuni dirigenti sindacali si è recato alla Corte di Cassazione di Roma, per presentare due quesiti referendari di enorme importanza e antitetici alle offensive portate avanti prima da Berlusconi e ora da Monti
«I quesiti sono due, quello per l’abolizione dell’ articolo 8 imposto in finanziaria dall’allora ministro Sacconi, che consente in qualsiasi azienda, col beneplacito di alcuni sindacati di togliere tutto in materia di diritti.
di Loris Campetti
La foto di gruppo davanti al Palazzaccio sembra una foto d'epoca. In prima fila tutti i pezzi del puzzle che disegnava il governo Prodi: Di Pietro, Vendola, Ferrero, Diliberto, Bonelli. Manca solo Prodi con il suo partito. In seconda fila, però, nell'istantanea ci sono la Fiom con il volto di Francesca Re David, Alba con Alberto Lucarelli, due giuslavoristi del rango di Romagnoli e Alleva. Appena più defilati troviamo un pezzetto della maggioranza Cgil con la presenza di Gianpaolo Patta e infine il motore di un'operazione politica e sociale che porterà un po' di scompiglio nel Pd e nella Cgil e di lavoro in campagna elettorale: Gianni Rinaldini, coordinatore della «Cgil che vogliamo».