di Luca Sappino
Lo sapeva, Sergio Cofferati, che sarebbe finita così. Se gli chiedi se a dieci anni dalla piazza del Circo Massimo, dall’oceanica manifestazione in difesa dell’art. 18, Sergio Cofferati, allora segretario della Cgil e oggi europarlamentare del Partito Democratico, si sarebbe aspettato di dover tornare a difendere lo stesso identico punto, lui confessa: «l’avevo messo in conto. Perché era già all’epoca evidente che esisteva un’avversità ideologica ai diritti che erano maturati nel mondo del lavoro». Altro che ”ce lo chiede l’Europa”, dunque. Altro che emergenza: era tutto già scritto. I referendum convocati dall’Italia dei Valori, per ripristinare l’art.18 e il contratto nazionale, a cui hanno aderito Nichi Vendola, la Federazione della sinistra, i Verdi e – ovviamente – la Fiom, «ci ricordano intanto che non è un caso se siamo arrivati a questo punto».
di Leonardo Martinelli
E la tassa sui super ricchi, dov’è finita? Era una delle promesse più eclatanti di François Hollande durante la campagna delle presidenziali: una di quelle giudicate più «di sinistra», che di sicuro hanno contribuito a portare al secondo turno al leader socialista i voti (determinanti) di Jean-Luc Mélenchon, del Front de gauche. Ebbene, entro la fine del mese il Governo francese deve presentare il suo progetto per la finanziaria 2013, da far approvare al più presto al Parlamento. Dovrebbe consistere in una profonda riforma fiscale, proprio l’occasione per introdurre anche la tassa sui super ricchi. Ma, dalle prime indiscrezioni in circolazione, Hollande e compagnia starebbero per alleviare le condizioni previste inizialmente: insomma, vorrebbero fare retromarcia. Mentre in questi giorni, pressione in più in questo senso, è emerso che proprio Bernard Arnault, il più ricco di tutti in Francia (ma pure il numero uno a livello euopeo e quarto nel mondo), ha chiesto la nazionalità belga. In fuga dal fisco del suo Paese.
di Giuseppe Vespo
Sdraiato sul divano di casa a guardare la tv, che non è più neanche tanto nuova visto che nell’ultimo anno sono calate pure le vendite degli schermi piatti. Ecco l’italiano che risparmia (e arranca), che va ancora meno al cinema (meno 16 per cento nei primi sei mesi dell’anno) e meno che mai entra a teatro, perché tanto c’è la pay per view (la tv a pagamento) o meglio ancora l’ampia offerta del digitale terrestre gratuito. E quando la tele è spenta è acceso il telefonino intelligente o il tablet che ci lascia tranquilli sul sofà. «In questa specie di autarchia domestica - dice il rapporto Coop 2012 sui consumi - gli italiani vivono una eterna giovinezza e pensano di non invecchiare mai».
di Pietro Spataro
Che un consigliere abbia paura di dire pubblicamente ciò che pensa è un fatto molto preoccupante. Che non riesca a dire apertamente che nel movimento a cui appartiene non c’è democrazia e vige un sistema padronale dominato da un personaggio «spietato e vendicativo», è il sintomo evidente di una grave anomalia.
Per Marco Travaglio, invece, la denuncia fuorionda di Giovanni Favia contro il metodo con cui Grillo e Casaleggio governano i Cinque Stelle è il sintomo evidente di «salute e di vitalità».
Lo scandalo è altrove, ovviamente: cioè in quella «fogna chiamata politica» dove s’aggirano solo «ladri, mignotte e vecchie muffe».
di Davide Turrini
“Ci vuole un congresso per confrontarci sulle regole del Movimento 5 Stelle”. E’ chiara e diretta, Raffaella Pirini che con la sua lista civica DestinAzione Forlì, e il marchio del Movimento concesso direttamente dal blogger genovese, è stata eletta consigliere comunale a Forlì nel 2009.
“Non deve essere un congresso come quello dei partiti tradizionali – prosegue – ma un semplice incontro fisico tra attivisti ed eletti nel Movimento, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in cui si chiariscono alcuni punti chiave per il presente e il futuro politico dei 5 Stelle, semplici richieste di democrazia interna”.