di Franco Astengo
Il tema del rinnovamento, più o meno generazionale, sta agitando il sistema politico italiano, anche per via del fatto che – bene o male – tra qualche mese si celebreranno comunque le elezioni.
Il soggetto maggiormente colpito dal fenomeno “rinnovatore”, che qualcuno definisce “rottamatore”, è il PD, anche per via del fatto che in questo partito (e collaterali) è stato messo in moto il meccanismo delle primarie, che nella versione all’italiana, solletica le ambizioni personali più diverse e disparate, comprese quelle meno legittime sul piano politico.
In realtà il tema del rinnovamento del sistema politico andrebbe affrontato in maniera affatto diversa da come sta avvenendo: partendo da una valutazione seria di come è stato governato il paese nel corso di questi ultimi 25 anni.
di Antonio Rispoli
Da quando nel 2009 un colpo di Stato depose il Presidente Manuel Zelaya Rosales, regolarmente eletto, ma inviso dagli Stati Uniti, per i cittadini dell'Honduras la vita è peggiorata giorno dopo giorno: salari sempre più ridotti, sempre meno libertà, ed un Presidente, Porfirio Pepe Lobo, legato a doppio filo con gli Stati Uniti.
Il quale, seguendo le indicazioni di un economista americano, Paul Romer, ha deciso di vendere pezzi del proprio Paese. Infatti ha siglato un accordo con la società immobiliare statunitense Mgk per vendere loro un pezzo di terreno, sulla zona costiera, affinchè la Mgk possa costruire una intera città.
Non solo case, ma anche scuole, ospedali, negozi... tutto il necessario.
di Tommaso Di Francesco
Dalla fortezza Europa non si passa. A meno di 24 ore dal naufragio nell'Egeo di una carretta di migranti disperati che ha visto la morte di almeno sessanta persone di cui la metà bambini, ieri un'altra tragedia in mare al largo delle coste italiane di Lampedusa, con altrettanti «dispersi». Sia per questo disastro che per quello accaduto nel mare greco-turco, si tratta di disperati iracheni, afgani, siriani, palestinesi, tunisini in fuga da miseria e guerre, anche nostre, in corso o da conflitti e rivolte inconcluse.
Per l'Italia è una tragedia «tradizionale», per la Grecia c'è una novità. Lì la feroce crisi interna, i diktat draconiani della troika europea e l'attenta strategia di violenze dei movimenti xenofobi e neonazisti, hanno portato ad incrudelire ancora di più se necessario le politiche anti-immigrazione con espulsioni massicce e la pratica ormai diventata regola di nuovi campi di detenzione.
di Paolo Ferrero
La Bce cerca di rendere eterne le politiche del governo Monti. La gabbia del Fiscal Compact viene infatti rafforzata dalla decisioni prese il 6 settembre da Mario Draghi.
Lo La Bce di fronte alla speculazione aveva tre alternative:
1) Lasciare libera la belva – come voleva la banca centrale tedesca – con il rischio che la speculazione facesse rapidamente saltare l’euro e producesse un disastro economico di dimensioni colossali.
2) Mettere in gabbia la belva, decidendo l’acquisto dei titoli di stato in modo illimitato e senza condizioni. Avrebbe chiuso una volta per sempre la partita con la speculazione.
3) Mettere alla belva una catena lunga abbastanza da non far mangiare nessuno ma da tenere le fauci spalancate a un centimetro dal naso dei primi della fila: Spagna, Italia, Portogallo, etc etc.
Intervista ad Alfonso Gianni
di Checchino Antonini
Tra la sinistra e il Pd c'è il fiscal compact: Alfonso Gianni spiega a Ombre rosse la ragioni che, per la prima volta, hanno articolato il dibattito dell'assemblea nazionale di Sel fino a produrre una votazione differenziata sul documento finale. E' accaduto lo scorso 31 agosto ma la questione dell'alleanza di Sel col Pd è un tema caldissimo dentro e fuori il soggetto politico scaturito dalla scissione post Chianciano. Alfonso è uno dei componenti dell'assemblea nazionale di Sel, proveniente da Rifondazione - che contribuì a fondare - e, nell'ultimo governo Prodi è stato sottosegretario allo Sviluppo economico.
Credi che sia possibile una sinistra di governo efficace dentro un contesto segnato dal fiscal compact?