di Gianfranco Capitta
Il dolore per la morte di Renato Nicolini è soprattutto quello di una privazione di qualcuno insostituibile. Non solo per le chance che la sua presenza dava a una politica che pure lo ha sempre rifiutato, non gradito, messo ai margini mentre faceva posto, e si teneva stretti in primo piano i mediocri, magari incapaci, magari corrotti. Nicolini è e resterà insostituibile per qualcosa che ha fatto di molto concreto, qualcosa che lui stesso filosofava fosse «effimero», ma che si è rivelato duraturo come il marmo e inoppugnabile come un teorema copernicano. L'invenzione della «estate romana», la voglia di consumo culturale che ha snidato e attratto in centro la sera una popolazione che se ne stava chiusa in casa per paura e sfiducia, e che riscopriva invece, come in una saga delle favole antiche, quanto fosse «bello» vedere un film con altre migliaia di spettatori, vedere spettacoli che non avrebbe mai sognato di vedere, che fossero classici o elaborazione di avanguardia, ma in un luogo riconoscibile
di Gianmario Leone
Mentre venerdì sera era ancora in corso l'udienza presso il tribunale del Riesame, al quartiere Tamburi di Taranto, davanti alla chiesa del Gesù Divin Lavoratore, il comitato Cittadini e operai liberi e pensanti ha svolto un'assemblea pubblica aperta agli abitanti e agli operai che vivono in quello che è uno dei rioni più inquinati della città dei Due Mari. I componenti del comitato, ancora ignari delle 41 denunce che a breve saranno notificate dalla Questura per l'interruzione del comizio dei sindacati di giovedì scorso, non hanno scelto a caso il luogo della loro assemblea. La chiesa in questione infatti, anni addietro venne interamente restaurata grazie ai soldi del gruppo Riva: una sorta di mal riuscito risarcimento per i tanti danni, materiali e morali, procurati dalle emissioni del siderurgico in 60 anni di attività.
di Paul Krugman
“Il tempo giusto per le misure di austerità è durante un boom, non durante la depressione”. Questo dichiarava John Maynard Keynes 75 anni fa, ed aveva ragione. Anche in presenza di un problema di deficit a lungo termine (e chi non ce l’ha?), tagliare le spese quando l’economia è profondamente depressa è una strategia di auto-sconfitta, perché non fa altro che ingrandire la depressione.
Allora come mai la Gran Bretagna (e l’Italia, la Grecia, la Spagna, ecc. NDR) sta facendo esattamente quello che non dovrebbe fare? Al contrario di paesi come la Spagna, o la California, il governo britannico può indebitarsi liberamente, a tassi storicamente bassi.
Intervista a Luigi De Magistris
di Caterina Perniconi
Sindaco De Magistris, cosa sta mettendo in piedi? Un movimento? Una lista civica?
Intanto un movimento. È qualcosa di più di una lista per la campagna elettorale.
Ma ci sarà anche quella.
L’ipotesi c’è tutta e oggi abbiamo le condizioni per farla.
Quali?
Vogliamo raccogliere le energie disperse dalla politica, c’è la necessità di metterle insieme.
Perché parla al plurale?
Bisogna superare i partiti personalistici. Vale anche per Grillo che, nonostante il movimento, ha fatto lo stesso. Serve un progetto più ambizioso, di governo.
Quindi si dà del lei.
Io non potrò essere l’unico riferimento, pur potendo essere il trascinatore, di questo movimento e della lista civica perché sono assorbito dalla mia attività di sindaco di Napoli.
di Francesco Sylos Labini
Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Guido Rossi ed altri hanno recentemente scritto una lettera in cui denunciano quella che è, a loro avviso, una gravissima distorsione della realtà da parte dei principali media di questo paese: “La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia. Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e un’intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate … come comportamenti obbligati … immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare.