di Maria R. Calderoni
Freud direbbe che ha l'invidia del pene. Va bene, la cornice è quella tutta delitti e misfatti confezionata facendo man bassa del "Libro nero del comunismo" rinforzato da contributi del calibro di Pansa, Guzzanti, dossier Mitrokhin, e roba del genere. Ma dentro la cornice, quale quadro! Dentro la cornice, il Pci splende! Proprio quello, il "vecchio Pci"!
Si intitola "La linea rossa. Da Gramsci a Bersani. L'anomalia della sinistra italiana" (Mondadori, pag. 417, euro 20) il libro di Fabrizio Cicchitto appena giunto in libreria, e, una volta arrivato all'ultima pagina, il lettore si stropiccia gli occhi: che cos'è, Intervista col vampiro, Attrazione fatale? Hanno forse sbagliato titolo?
di Martina Castigliani
Esistono ma nessuno ne parla. È la storia dei tanti acquedotti rurali presenti nell’appennino reggiano e che rappresentano una vera e propria rivoluzione in termini di gestione dell’acqua come bene pubblico. Era il secondo dopoguerra e i contadini, piccone e pala alla mano costruirono acquedotti là dove c’erano fonti e corsi d’acqua: strutture efficienti, che dopo mezzo secolo funzionano ancora. 40 euro circa, la spesa annua per ogni abitante, che deve semplicemente far fronte alle spese di gestione e manutenzione.
A mettere in luce questa realtà, due cittadini di Villa Minozzo, Graziano Malvolti e Benedetto Valdesalici, e Tommaso Dotti, membro del Comitato Acqua Bene Comune di Reggio Emilia.
di Paolo Ferrero
All’Italia serve la costruzione di una sinistra degna di questo nome, che metta in discussione radicalmente le politiche antipopolari dell’Europa e del governo Monti. Vendola al contrario ha scelto oggi l’alleanza con il Pd e con l’Udc, i due principali sostenitori di Monti. È un errore che rischia di togliere speranza al popolo della sinistra. Rifondazione Comunista ripropone a Sel come all’Idv e a tutte le forze che si oppongono alle politiche neoliberiste praticate dal centro destra come dal centrosinistra la costruzione di un una coalizione di alternativa e di sinistra. Una coalizione da costruire in modo democratico e partecipato partendo dai territori e dai luoghi di lavoro.
di Aldo Giannuli
Caro Nichi,
leggo del tuo incontro con Bersani e del conseguente annuncio di una coalizione Pd-Udc-Sel. So che sei un politico accorto e poco incline ai colpi di testa, immagino che abbia fatto i tuoi calcoli politici e ti stia orientando in questo senso sulla base di essi. Come sempre rispetto le tue scelte, pur nel dissenso e non mi sogno di gridare al tradimento o di dare giudizi sprezzanti. Tuttavia, non credo che i giochi siano fatti e che tu abbia fatto scelte irreversibili. Vorrei dunque farti presente, con molta pacatezza, alcune considerazioni che mi sembrano utili anche nel caso tu volessi proseguire su questa strada.
di Sara Nicoli
Alla fine, la chiave di lettura di quello che era sembrato a tutti uno scatto in avanti di Nichi Vendola per conquistare un posto in paradiso (di governo) nella prossima legislatura, accanto al Pd e a costo di sacrificare anche una fetta del suo elettorato, l’ha data un vecchio democristiano come Beppe Fioroni: è “il grande centro” il nuovo che avanza. Si rassegni chi, anche solo per qualche minuto, ha sperato di vedere una sinistra vera e solida al timone dell’Italia post montiana. Il “dopo”, quell’area “riformista” di cui tutti sembrano pronti a issare la bandiera, sarà una riedizione di un già visto, qualcosa di simile all’Unione che, però, già viene salutata come sinonimo di grande rinnovamento. E Nichi Vendola ci sarà.