Intervista a Luciano Gallino
«Sono riusciti a far credere a milioni di persone che la situazione è talmente grave che bisogna stare zitti. Il capolavoro è stato convincere che il primo problema sia la spesa pubblica e non, ad esempio, l’immenso drenaggio di risorse pubbliche andate alle banche». Luciano Gallino, saggista, sociologo del lavoro e studioso dell’economia italiana, non vuole cantare nel coro di quello che chiama «il pensiero neo liberale» egemone in Italia e in Europa.
E’ uno dei motivi della mancanza di una reazione di massa ai tagli alla spesa e alla mancanza di lavoro?
"Sosteniamo la lotta dei lavoratori che difendono il posto di lavoro. L’ordinanza è stata un positivo sasso nello stagno che ha obbligato tutti a muoversi e ha messo agli arresti un po’ di gente che merita di stare in galera.
La magistratura ha fatto un atto dovuto, supplendo a carenze della politica e del sindacato.
I responsabili della situazione esistente dai morti all’inquinamento sono i Riva che hanno fatto soldi sulle spalle dei lavoratori e inquinando l’ambiente. I lavoratori hanno capito che il nemico non sono i magistrati ma chi ha lasciato marcire la situazione, a partire da Riva per arrivare al governo.
di Maria R. Calderoni
Falso. Vi dicono che la crisi è il problema del debito pubblico? Falso. Vi dicono che facendo i tagli si esce dalla crisi? Falso. Vi dicono che riducendo salari e diritti si esce dalla crisi? Falso.
Tutto quello che vorreste sapere sulla crisi e nessuno vi ha mai detto, qui lo trovate. In questo libro di Paolo Ferrero fresco di stampa - "Pigs!", DeriveApprodi, pag. 210, euro 12 - molto eloquente già a partire dal titolo (notate il punto esclamativo...), corredato da quattro facce "emblematiche", Monti Merkel Fornero Draghi... Sì, un libro di contro-informazione. Se volete, un manuale di autodifesa, potete tenerlo come libro da comodino, pronto all'uso.
di Sergio Ferrari
Certo è difficile battere il “fascino” della finanza internazionale e la scoperta che il profitto si può fare, anche più facilmente, eliminando l’intermediazione del lavoro e costruendo con un po’ di fantasia pezzi di carta da vendere ad ogni “credente” opportunamente raggirato. Tutto questo può essere descritto con un fascino che una volta era tipico dei romanzi d’appendice che, tuttavia, si limitavano a riempire i sogni di qualche ragazza. Inoltre questi romanzi avevano l’obbligo di far finire male il “cattivo”. In questa storia moderna questo finale per ora non si vede.
di Alberto Bagnai
Uno spettro si aggira per l’Italia: lo spettro del luogocomunismo. Sapete quelli che “abbiamovissutoaldisopradeinostrimezzi”? Le grandi frasi che non dicono nulla (direbbe Flaiano), ma dicono molto su chi le pronuncia (aggiungo sommessamente io). Sono quelli che dalle colonne dell’informazione di regime ci accusano di avere “nostalgia della lira” (Gramellini, caro, lo so che i capelli non li ho persi per colpa dell’euro, grazie, il problema è un altro, e te lo spiegherei se tu non pensassi di saperne più di un premio Nobel, o anche di uno studente del primo anno. Sai, fai un po’ tenerezza anche tu…).