di Giuseppe Grosso
Mai così male: secondo i dati diffusi ieri dall'Agenzia nazionale di statistica, la Spagna ha toccato nel trimestre in corso il record storico di disoccupazione. Quasi un quarto della popolazione attiva (il 24,6 %) non ha lavoro: 0,5 punti in più rispetto al precedente picco negativo, registrato nel 1994, e quasi un milione di posti di lavoro bruciati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Tutto questo a pochi mesi dall'ultima riforma del lavoro targata Partido Popular, che, alla prova dei fatti, disattende in maniera eclatante l'obiettivo dichiarato di voler risollevare il mercato del lavoro.
di Gianni Rossi
Il traballante vascello Europa si è gettato incautamente tra i gorghi della “tempesta perfetta” finanziaria, economica e politica, senza più un timoniere che lo possa far uscire dai flutti, seppure con l’albero maestro spezzato e le vele squarciate.
L’estate porta con sé l’irrazionalità dei mercati, la voracità degli speculatori e l’assenza decisionale della politica; sirene tragiche che potrebbero trasformare in incubo il sogno dell’Unione Europea, come ce l’avevano tramandato i “padri fondatori” nel secondo dopoguerra: un’unica comunità al riparo da ulteriori guerre fratricide e da sconquassi economici e sociali.
di Giulietto Chiesa
I lettori di questo blog si saranno certo accorti che seguo con particolare attenzione gli sviluppi preparatori di alcune guerre, le prossime. Si tratta di Siria e Iran, due bersagli chiarissimi. Lo faccio perché sono certo che avranno effetti diretti sulle nostre vite e su quelle dei nostri figli.
Per questo uso le fonti migliori disponibili e, tra queste, proprio quelle di coloro che preparano la guerra. In genere sono bene informati. L’ultima – che qui commento – viene dal New York Times del 21 luglio scorso. Lo includo tra i fautori della guerra a pieno merito perché questo giornale è stato da sempre una delle portaerei del “sistema americano”.
di Linda Chiaramonte
È seduto a tavola anche quest'anno Giovanni Bigi, più di ottant'anni sulle spalle, per mangiare il suo piatto di pastasciutta condita di antifascismo. Come accade ogni 25 luglio da circa vent'anni, da quando cioè, nel cortile della casa dei fratelli Cervi diventata museo, in un comune di campagna in provincia di Reggio Emilia, si è pensato di ricordare la pastasciutta preparata nel 1943 dalla famiglia Cervi e mangiata nella piazza del paese per festeggiare la caduta del fascismo.
Giovanni c'era anche sessantanove anni fa, ne aveva quindici, e ricorda tutto come se fosse ieri. «Il mattino del 25 luglio arrivò la notizia dell'arresto di Mussolini - racconta - e subito i fratelli Cervi pensarono di organizzare una grande manifestazione per festeggiare.
di Domenico Naso
Thom Yorke, frontman dei Radiohead, ce l’ha a morte con le banche. Lo ha dimostrato chiaramente lo scorso weekend dal palco del BBK Festival di Bilbao.
Il rocker ha esortato gli spagnoli a scendere in piazza contro le banche, colpevoli della crisi del paese iberico: “Sappiamo che qui in Spagna state avendo molti problemi e non ci sono più soldi. Noi pensiamo che sia necessario scendere in strada a protestare: qualcuno vi ha rubato quei soldi, e quel qualcuno sono le banche”. I Radiohead non sono nuovi a prese di posizioni politiche e sociali, visto che in passato hanno supportato il movimento Occupy e hanno “prestato” un loro brano alla nuova campagna virale di Greenpeace.