di Guglielmo Ragozzino
Cosa avrà deciso ieri pomeriggio il gip Patrizia Todisco? avrà davvero firmato «il provvedimento di sequestro (senza facoltà d'uso) degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto, oppure avrà accolto i miti, unanimi consigli di governo, padronato, sindacato metalmeccanico, ricamati sul giornale della Confindustria? Si sarà fidata dei mediatori della Regione? Per una volta, il giornale non aveva rampogne, ma comprensione e sostegno ai lavoratori che bloccavano le strade nazionali e il centro della Città, si addensavano intorno alle sedi della giustizia e della politica, per difendere il proprio lavoro e insieme l'azienda e i proprietari Riva.
Dal canto loro, i verdi - il presidente Bonelli è consigliere comunale a Taranto - descrivono una città divisa tra gli operai e chi non vuole morire di cancro.
Il risultato delle elezioni amministrative di Palermo ci dice che è possibile scrivere una nuova pagina nella storia della Sicilia, di riscatto, di democrazia, di giustizia sociale, della legalità del bene comune.
Non è solo un’aspirazione, ma il punto di partenza obbligato per offrire una risposta credibile ed efficace alle politiche liberiste di Monti e alla crisi economica, con la loro scia di chiusure, licenziamenti, esodati, cancellazione dell’art.18, desertificazioni produttive, abbandono delle campagne, di precarietà e lavoro nero per i giovani, di 52% di disoccupazione femminile, di tagli alla sanità e alle spese sociali, di attacco ai diritti e alle conquiste delle donne, a partire dalla 194.
di Luca Fazio
Più o meno come Dio, il Pd di Milano c'è. Non si vede, ma c'è. A volte discute anche, si rosola nell'etica, lancia anatemi e tiene occupata l'aula consiliare di Palazzo Marino fino a notte. Una prima assoluta. Ci sono, e sembra che abbiano anche qualcosa da dire. Sulla famiglia, che deve essere roba loro se è vero che nessuno ha avuto il buon cuore di consigliare il silenzio ai «cattolici» di quel partito - la sotto categoria meno democratica - che ieri per tutta la giornata hanno continuato a blaterare di sani principi e sacra famiglia senza rendersi conto che stavano parlando da soli.
di Carlo Petrini
Il malvezzo della politica italiana di aggirare i responsi dei referendum popolari complice il passar del tempo, l’immobilismo e qualche decreto legge, ieri ha subito una sonora lezione. Grazie a una sentenza della Corte costituzionale. Dichiarando inammissibile l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 agosto 2011, la Corte esplicita chiaramente il vincolo referendario che vieta la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
Dinanzi a quel decreto legge voluto dal governo Berlusconi per aggirare il voto di milioni di italiani, bene ha fatto la Regione Puglia a ricorrere alla Consulta.
di Ilaria Lani
“Togliere ai padri per dare ai figli”, quante volte ci siamo sentiti dire queste parole? Dopo mesi di retorica sulla riforma delle pensioni, adesso arriva il caso della Perugina. Il principio dovrebbe esser quello dell’equità intergenerazionale in una società in cui i figli sono sempre più esclusi dal lavoro, si vedono negata l’indipendenza economica e quindi la possibilità di essere adulti.
Nel BelPaese in cui l’arte dell’arrangiarsi è la norma questo motto si è tradotto così: “Togliere ai padri per dare ai (loro) figli”.