di Joseph Halevi
Le politiche di austerità condotte in Grecia, Italia e Spagna stanno aggravando la crisi e la stessa situazione debitoria dei paesi summenzionati. Questo stato di cose comporta la rottura del meccanismo di trasmissione monetaria nell'eurozona. Al grande pubblico non se ne parla ma negli organi più specializzati la rottura monetaria dell'eurozona viene sottolineata ai massimi livelli.
La settimana scorsa il governatore della Banque de France Christian Noyer ha concesso un'intervista al quotidiano finanziario tedesco Handesblatt, riportata per intero in francese sul sito della Banque de France.
di Salvatore Cannavò
Sono 50 milioni i posti di lavoro andati in fumo negli anni della crisi. Lo ha rilevato l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) nel suo Rapporto sul lavoro nel mondo di qualche mese fa e che siamo riusciti a leggere in ritardo. La cifra di 50 milioni si riferisce al saldo tra impieghi nel 2008 e quelli nel 2011, quindi il saldo potrebbe essere molto più negativo se consideriamo il tasso di recessione che il 2012 sta producendo. Un saldo negativo nonostante diversi paesi emergenti abbiano continuato a creare posti di lavoro non sufficienti a compensare l’andamento negativo che proviene soprattutto dall’Europa.
di Alberto Burgio
Tutto si può dire della lettera pubblicata ieri dal «manifesto», meno che usi mezze misure. Parlare di furto di informazione non è uno scherzo: perché, dunque, questi toni? Credo che la denuncia muova da una convinzione: oggi, nel trattare della crisi economica e delle politiche che dovrebbero arginarla, la stampa italiana (ma il discorso vale probabilmente anche su scala europea) non svolge la funzione che le competerebbe: quella di spiegare in modo comprensibile gli eventi. Fa perlopiù esattamente il contrario: ripete l’interpretazione ufficiale, la presenta come l’unica possibile e, così facendo, impedisce ai non addetti ai lavori di capire che cosa sta succedendo da cinque anni a questa parte.
di M. Rav.
Il consiglio comunale di Torino ha deciso: si vende ai privati. Via libera alla cessione del 49% di Amiat e dell'80% di Trm (che gestisce l'inceneritore), società partecipate dal Comune che si occupano della gestione e dello smaltimento dei rifiuti «con l'obiettivo di rientrare nel patto di stabilità», ha spiegato il vicesindaco Tom Dealessandri. Così, un altro pezzo dei beni pubblici torinesi viene svenduto. Pd e Moderati favorevoli, Sel e Idv astenuti, Movimento cinque stelle contrari; centrodestra diviso tra il no e l'astensione. La votazione della delibera sulla cosiddetta «filiera ambientale» - che aveva assunto un altro valore politico dopo la sentenza della Corte Costituzionale - lunedì era stata rimandata.
di Samantha Panarelli
Le voci sul sequestro degli impianti dell’Ilva di Taranto, che nei giorni scorsi hanno messo in allarme gli operai dell’acciaieria, si stanno facendo più insistenti.
Secondo indiscrezioni, il sequestro dell’impianto, che potrebbe essere disposto dalla magistratura a seguito dei risultati delle perizie sull’inquinamento, sarebbe imminente e, per questo, in mattinata è stato indetto uno sciopero immediato dei lavoratori.
A scatenare la protesta, appunto, la snervante attesa per la decisione del gip, che potrebbe mettere a repentaglio il futuro dell’acciaieria più grande d’Europa nonché compromettere centinaia di posti di lavoro.