di Eleonora Martini
Il senato discute la riforma sull'onda del caso Sallusti. La vicenda «esprime lo spirito del nostro tempo: anziché l'esercizio del diritto per fini di carattere generale, si fa un uso congiunturale delle istituzioni»
Stefano Rodotà, le norme sulla diffamazione che il Senato sta cercando di riformare sono quelle scritte nel codice Rocco del 1925, che ha un impianto di concezione autoritaria...
No, attenzione: la diffamazione è un reato storico, già ampiamente disciplinato dal codice Zanardelli del 1889, all'epoca molto innovativo e che non è certo sospetto di autoritarismo come il codice Rocco. Naturalmente la disciplina penale può essere intrisa del clima politico dell'epoca in cui è nata...
di Gianni Fresu
È evidente a tutti la profonda crisi del sistema politico italiano e dei suoi partiti, eppure non stiamo parlando di “partiti storici”, bensì di organizzazioni nate recentemente, al massimo venti anni fa. Paradossalmente l’Italia ha insieme il sistema di partiti più giovane e maggiormente in crisi tra le nazioni europee, dove invece sono in campo organizzazioni storiche che affondano le loro radici non solo nel tanto detestato Novecento (il cosiddetto “secolo delle ideologie”), ma persino nell’Ottocento. I vecchi partiti (socialdemocratici, cristiano-democratici, liberali, conservatori o della sinistra di classe) di Paesi come Francia, Germania, Inghilterra, Austria, Spagna, Portogallo, continuano
di Ritanna Armeni
Si comincia a parlare di “montismo” come un tempo si parlava di “berlusconismo”. Il passaggio nel caso di Monti è stato più veloce. Non ci sono voluti alcuni anni, come per il suo predecessore, ma solo alcuni mesi. Meno di un anno perchè “il tecnico” aggiungesse al suo nome quell’ “ismo”, e che diventasse rappresentante e simbolo non solo di una proposta economica o di un campo politico ma di qualcosa che va a oltre: di una temperie culturale, di un cambiamento di clima sociale, di un sentimento o più sentimenti collettivi, di un fenomeno di costume.
di Roberto Ciccarelli
«Abbiamo già dato» hanno scandito i trenta mila lavoratori del pubblico impiego che ieri hanno sfilato in corteo a Roma chiedendo di cambiare la legge sulla spending review. Lo slogan era stampato su adesivi e magliette, mentre alcuni manifestanti hanno indossato la rosea testa di maiale in cartapesta, come nella celebre festa pidiellina dove «c'erano tutti quelli di Roma Nord» che ha raso al suolo la giunta regionale laziale guidata da Renata Polverini. La polemica contro le spese della politica è continuata anche dal palco dove il segretario generale Cgil Susanna Camusso ha tenuto il comizio di chiusura della manifestazione insieme al segretario della Uil Angeletti: «Per fortuna si è dimessa - ha detto Camusso a proposito della Polverini - ma prima ha nominato dieci dirigenti e non ha stabilizzato neanche un precario: così si rovina il paese e l'immagine della pubblica amministrazione».
di Vittorio Macrì
Un rientro amaro in Sardegna quello dei 450 operai dell’Alcoa che ieri per l’ennesima volta hanno portato a Roma, sotto i palazzi del potere centrale, la rabbia e la disperazione di un intero territorio, il Sulcis. Ancora stamane con l’occupazione di alcune ore del traghetto che li ha riportati in Sardegna e con alcune manifestazioni in programma nella serata a Cagliari, vogliono mandare un chiaro messaggio: la battaglia non è finita, la rassegnazione non prevale, l’incapacità del governo ad affrontare la situazione e risolvere positivamente la vertenza non scoraggia. Sarà l’assemblea di tutti i lavoratori a stabilire le prossime azioni di lotta quotidiane.