Sono trascorsi sei anni da quando l'Ecuador, un piccolo paese andino con meno di 15 milioni di abitanti, ha deciso di lasciarsi alle spalle gli anni dell'instabilità politica e delle crisi economiche sofferte nelle ultime decadi, incamminandosi, con l'elezione dell'economista Rafael Correa nel 2006, in un progetto di profondo cambiamento politico e sociale conosciuto come la Revolucion Ciudadana.
L'Ecuador, un paese che per decadi è stato soggiogato al condizionamento degli organismi internazionali, marcato da livelli estremi di povertà e diseguaglianza, è oggi un paese nuovo.
L'Ecuador è oggi, uno dei migliori esempi che un altro mondo è possibile!
di Mario Gamba
Hanno detto di lui che era un rivoluzionario d'altri tempi. Per via della continuità con la tradizione comunista insurrezionalista, coltivata a Reggio Emilia, la sua città (però lui abitava nel contado). Hanno detto che era stalinista e che non avrebbe esitato a far fuori un sovversivo tipo '77, presumibilmente «creativo» e fricchettone oppure sostenitore dell'operaio sociale e del non-lavoro, se gliel'avessero chiesto. Sicuri? Qualcuno davvero gli ha fatto domande su questi argomenti, prima, durante e dopo la sua avventura con le Br?
di Marco Travaglio
Come dice Crozza, l’appello del Pd al “voto utile” è molto pericoloso. Perché gli elettori potrebbero domandarsi: utile a chi? E per fare cosa? Perché anche B. si appella al voto utile, diffidando gli elettori dal votare per tutti tranne il suo e, bontà sua, il Pd. E perché il voto è sempre utile o al massimo dannoso, ma mai inutile. Inutile è solo il non-voto. Sappiamo bene cosa intendono Bersani e Berlusconi per “voto utile”, riconoscendosi vicendevolmente come unici veri avversari: non votate per gli altri, sennò fate vincere l’altro. Una concezione davvero curiosa della democrazia, specie da parte di due leader che da 15 mesi governano insieme e si scoprono avversari solo in campagna elettorale.
Niente dialogo e porta definitivamente chiusa al Pd: "Abbiamo rotto il dialogo con il Pd. Ci vediamo in Parlamento dove il primo provvedimento da esaminare dovrà essere quello sul conflitto di interessi, visto che Bersani non ha mai trovato il tempo per approvarlo negli ultimi 20 anni". Antonio Ingroia, in una conferenza stampa, spiega quale sarà d'ora in poi il cammino di Rivoluzione Civile. Gli risponde a distanza il leader del Partito democratico, a Milano per aprire la campagna elettorale per la Regione con il candidato Ambrosoli.: ''Non c'è mai stata un'ipotesi di desistenza'', ha detto il segretario del Pd rispondendo alla domanda se è stato cercato un patto con Rivoluzione Civile.
di Maria Paola Milanesio
“Il Pd scelga: o Monti o noi”. Non esiste una via di mezzo per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista e candidato per la Camera in Piemonte nelle liste di Rivoluzione civile di Antonio Ingroia.
È definitivamente accantonata l’ipotesi di una desistenza?
“Il punto è molto semplice: il Pd decida che cosa fare. Se vuole governare con Monti, come ha dichiarato in tutte le salse, o rompere con lui e provare a costruire una maggioranza a sinistra. Una maggioranza senza Monti e contro Monti e Berlusconi.”