di Luca Nivarra
Le due pronunzie con cui la Corte costituzionale ha fatto giustizia dell’abusiva manomissione del referendum del 12 e 13 giugno 2011 chiariscono, si spera in modo definitivo, tre punti fondamentali. Il primo è che i Comuni non sono, e non possono essere, obbligati a cedere ai privati la gestione dei servizi pubblici locali. Il secondo è che, in forza del dettato comunitario, alle forme di gestione “privatistica” si affianca, con pari legittimità, lo strumento pubblicistico dell’azienda speciale.
di Paolo Ferrero
Ieri la Consob ha deciso di impedire le vendite allo scoperto ed immediatamente la speculazione è diminuita. Sono mesi che noi chiediamo di imepdere le vendite allo scoperto, visto che in Germania sono state addirittura messe fuori legge . Il fatto che in Italia non si sia fatto vuol dire una cosa sola: i nostri governanti utilizzano la speculazione per ricattare i lavoratori, poi quando il gioco si fa troppo rischioso tirano un po’ il freno – ad esempio bloccando le vendite allo scoperto – ma senza fermare il fenomeno della speculazione.
di Alfonso Gianni
Nel suo rapporto sulla povertà, Istat ci dice che quella relativa (che si verifica quando una famiglia di due persone ha un reddito mensile spendibile inferiore a 1.011 euro) è sostanzialmente stabile. Già sarebbe un dato pessimo, ma l’istituto statistico ci avverte che si tratta di una media derivante dal migliore andamento delle famiglie di impiegati e dirigenti e dal netto peggioramento di quelle operaie. Così un’area di 8,1 milioni di persone pari all’11,1% dei nuclei familiari si trova in condizione di povertà relativa, mentre 3,4 milioni di questi cittadini hanno varcato la soglia della povertà assoluta.
di Mauro Ravarino
La svendita dei beni del comune di Torino sembra non fermarsi nemmeno di fronte alla sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 4 della finanziaria-bis del 2011 sulla privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali.
Ieri il consiglio comunale doveva votare la messa a gara di Amiat e Trm, società partecipate dal comune che si occupano di igiene urbana, raccolta e smaltimento dei rifiuti. La decisione è stata rimandata a mercoledì, ma non tanto per un ripensamento della giunta guidata da Piero Fassino, quanto per l'ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle.
di Luigi Franco
Una risposta alla Curia milanese, che sulle coppie di fatto “deve rispettare le decisioni del consiglio comunale”. E un invito al prossimo Parlamento a “riconoscere le unioni civili”. Nel cortile di Palazzo Marino Giuliano Pisapia risponde alle domande dei cronisti, mentre a pochi metri inizia la discussione sulla delibera di iniziativa consigliare che istituirà il registro delle unioni civili. L’Aula è più gremita del solito. Ci sono giornalisti di quasi tutti le testate e rappresentanti di diverse associazioni per i diritti lgbt, a segnare un passaggio cruciale per la maggioranza arancione: il provvedimento è stato promesso fin da subito, in campagna elettorale, e nei mesi scorsi il sindaco di Milano è intervenuto più volte per dire che non ci avrebbe rinunciato.