di Gian Paolo Calchi Novati
La Francia combatte la sua guerra: l’attacco, preventivo sugli alleati se non sul nemico, servirà a segnare le gerarchie. Hollande avrà tempo per far posto alle truppe dei vari paesi africani e degli alleati europei o della Nato. Gli africani servono per fingere di adempiere alla risoluzione Onu che i «legalisti» – per quello che può valere e a prezzo di qualche forzatura – richiamano per tacitare le (poche) opposizioni. I «realisti», dal canto loro, pensano solo ai risultati e non alle forme.
Le motivazioni della guerra, nel duplice significato di cause e obiettivi, sono già state sviscerate: il jihadismo, le materie prime, lo spazio, il prestigio, l’impiego di armi vecchie da consumare e di armi nuove da provare.
di Vittorio Bonanni
Antonio Ingroia non ha certo bisogno di presentazioni. Già pm presso la Procura di Palermo e in prima linea nella battaglia contro quello Stato infedele accusato di aver trattato occultamente con la mafia, è ora uno dei protagonisti della campagna elettorale con la sua lista Rivoluzione Civile, sostenuta da movimenti come “Cambiare si può” nella stragrande maggioranza dei suoi aderenti, da altre realtà di base e dall’ampia ma frammentata galassia dei partiti della sinistra antagonista, come Rifondazione comunista, il Pdci, l’Italia dei Valori e i Verdi. Sono ore febbrili per l’ex pm, ore in cui si sta velocemente decidendo la composizione delle liste e dunque non è stato facile trovare il tempo per parlare con lui. Lo abbiamo bloccato telefonicamente tra un impegno e un altro.
di Marco Giustini
Sono sette anni che in modalità differenti faccio parte di quello che è ora il Movimento Cinque Stelle. Da cinque sono l'unico consigliere eletto a Roma, dopo che tutti gli eletti nel 2008 sono passati ai partiti della casta.
In questi anni ho tentato di essere uno strumento al servizio dei cittadini che mi hanno eletto in nome di Beppe Grillo, dei cittadini di Roma ed in particolare dei 140.000 abitanti del Municipio XVI in cui sono stato eletto consigliere. Ho combattuto per la difesa dei beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra. Sono state tante le battaglie di questi cinque anni.
di Angela Vitaliano
Il mio amico Enrico, che vive e lavora in Italia, diceva oggi che noi italiani, che tanto accusiamo i parlamentari, non ci rendiamo conto di essere esattamente come loro. In questo senso, in nessun luogo al mondo, così come in Italia, i politici sono “rappresentanti” del popolo che continua a votarli per poi trovarseli al potere e sputargli addosso.
Il fatto è che non proviamo più indignazione, né ribellione, né disgusto ma sopratutto non crediamo possibile cambiare le cose. Non ci rendiamo conto che la forza del nostro voto, la forza della nostra maggioranza potrebbe finalmente trasformare l’Italia in un paese normale. Democratico. Perbene.
di Alberto Lucarelli
Il recente deposito in Cassazione dei quesiti referendarie delle relative firme (circa un milione), a tutela del lavoro e dei lavoratori, che rischia di non produrre effetti sul piano giuridico, dimostra come il sistema di democrazia diretta e quindi di partecipazione popolare sia subordinato a regole e procedure che ne sviliscono la portata democratica. Facciamo un passo indietro. La legge n. 352 del 1970 (legge sul referendum) all'art. 31, prevede che non può essere depositata richiesta di referendum «nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime».