di Luca Mastrantonio
Vent’anni e la tessera dell’associazione partigiani in tasca, vivendo l’antifascismo come memoria e partecipazione, una staffetta ideale tra generazioni. Senza temere i cortocircuiti della Storia. Jonathan Chiesa, milanese, classe 1985, laureato in scienze ambientali, si è tesserato all’Associazione nazionale partigiani d’Italia e milita nella sezione “Martiri Niguardesi”, zona Barona, a Milano. A Solferino28anni racconta come vive la festa della Liberazione da partigiano 2.0.
di Fabio Amato
In Francia le elezioni presidenziali vedono come dato prevalente la sconfitta di Sarkozy e l’affermazione di Hollande. Dietro di loro fa clamore il risultato del fronte nazionale di Le Pen che arriva al 18 %, confermando il risultato che 10 anni fa consenti a suo padre di arrivare ad un calmoroso ballottaggio con Chirac. Ma il dato che rappresenta una novità politica nel panorama politico francese è il risultato di Jean Luc Melenchon e del Fronte de Gauche. Un risultato a due cifre, che risulta il miglior risultato della sinistra radicale e dei comunisti in Francia dopo quello degli anni 80.
di Paolo Ferrero
Voglio esprimere la grande soddisfazione per il risultato del Fronte de Gauche alle elezioni francesi. Si tratta di un risultato assai rilevante in termini numerici e in termini politici. La sinistra torna dopo più di vent’anni a risultati a due cifre e nello stesso tempo ha influenzato pesantemente il dibattito politico francese riuscendo a porre al centro le questioni della lotta alla speculazione e della redistribuzione del reddito.
SI tratta di un indubbio successo politico che peserà nella possibile e auspicabile vittoria di Hollande al ballottaggio, contribuendo non poco alla sconfitta delle politiche di destra della Merkel che hanno sino ad ora caratterizzato l’Europa.
di Alberto Rotondo
La situazione della Repubblica italiana in questo squarcio di inizio millennio ricorda il muro di père Mulot, un famoso aneddoto del “manichino di vimini”, secondo capitolo della Storia Contemporanea di Anatole France: a cavallo tra ottocento e novecento, la Terza Repubblica francese sembrava agonizzante sotto i colpi degli scandali finanziari dei suoi politici e dei suoi uomini di affari, messi mirabilmente in evidenza dall’intelligenza critica di Emile Zola nel suo j’accuse collettivo sull’affaire Dreyfuss, che aveva rivelato l’esistenza di una classe dirigente corrotta e immorale, mentre l’indignazione generale faceva tremare le istituzioni repubblicane.
di Gennaro Carotenuto
Soffermiamoci su di un aspetto particolare del primo turno delle presidenziali francesi. È andato bene o male il candidato del Front de Gauche Jean-Luc Mélenchon con il suo 11% abbondante dei voti e quattro milioni di francesi che lo hanno votato? Nei titoli dei giornali, che giustamente si soffermano sull’imminente ballottaggio, sull’incollatura di vantaggio di François Hollande su Nikolas Sarkozy e sull’agghiacciante trionfo dell’ultradestra di Marine Le Pen, Mélenchon viene liquidato spesso come delusione. Ma è proprio così?