di globalproject.info
Secondo il governo tecnico si tratta di riforme necessarie.
«Non siamo di fronte a un governo tecnico, ma a un governo politico che sta facendo scelte che rispondono alla lettera inviata ad agosto dalla Banca centrale europea, che continua a dire che per uscire da questa crisi bisogna tagliare lo Stato sociale, rendere più facili i licenziamenti e ridurre la contrattazione. Siamo quindi in presenza di un disegno preciso, lucido da parte del governo Monti, di riforme strutturali sbagliate».
di ilcorsaro.info
Forse ci sfugge qualcosa. Il giorno dopo l’ufficializzazione dell’accordo sul disegno di legge in merito alla riforma del mercato del lavoro, che di fatto depotenzia e priva di effettività l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il Partito Democratico canta vittoria e parla di “un successo” e di una “soluzione innovativa ed equa”.
di Angelo D'Orsi
Dopo il 12 novembre, il 5 aprile sarà ricordato come una data capitale della cosiddetta Seconda Repubblica, mentre già si vaticina, da mesi, di una fantomatica Terza.
Dunque, nell’arco di sei mesi, circa, da novembre 2011, ad aprile 2012, abbiamo visto cadere come birilli le due “B” della politica contemporanea italiana, i due principali responsabili del dissesto economico, della frana istituzionale, della catastrofe morale del Paese.
di Lidia Menapace
Sere fa ero a cena da compagni di Bolzano e la compagna -che è anche un'ottima cuoca- aveva preparato un risotto con gli asparagi davvero sopraffino. Ci sediamo a tavola e lei sbotta, interrompendo i nostri elogi:"Li ho comprati qui sotto al supermercato e solo quando sono arrivata a casa mi sono accorta che venivano dal Perù!".
di Segreteria nazionale FIOM
La Segreteria nazionale della Fiom-Cgil esprime un giudizio negativo sul disegno di legge del Governo in materia di mercato del lavoro poiché il provvedimento non riduce la precarietà, non rende universali per tutte le forme di lavoro e per tutte le imprese gli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito. Inoltre, il ddl svuota di valore l'articolo 18, in quanto il risarcimento economico diventa la regola di fronte ai licenziamenti senza giustificato motivo, rendendo il reintegro un miraggio, e non un diritto certo in capo al lavoratore, come confermato anche oggi dal premier Monti.”