di Domenico Moro
E così siamo arrivati a duemila miliardi di debito. La notizia mette i brividi ma è vera, ed è forse l’ultimo regalo fatto al l ’Italia dai (presunti) risanatori Tecnici. Come può essere accaduto, dopo tanto rigore, dopo dodici mesi di lacrime e sangue? Da più di un anno si è affermata la vulgata secondo cui l’aumento del debito pubblico porta alla crescita degli interessi e dello spread. A questo concetto è connessa l’idea che una politica di rigore, riconducendo sotto controllo il debito, può ridurre spread e interessi. Il Presidente Napolitano, proprio allo scopo di risolvere la situazione di crescita del debito e salvare l’Italia dall’insolvenza e dal baratro, ha nominato Monti che ha applicato una politica di rigore.
Andrea Di Stefano, 48 anni, giornalista e direttore della rivista di finanza etica «Valori». Su Radio Popolare è protagonista di una trasmissione di culto, «Il giorno delle locuste». In onda si è guadagnato il titolo di «Professore» rispondendo con serietà alle provocazioni del conduttore (Gianmarco Bachi), una maniera geniale di parlare di macro economia da sinistra. Con Carlo Monguzzi ed Emilio Molinari, negli anni Novanta, ha costituito il primo osservatorio contro le «ecomafie», collabora con diverse testate, è membro della commissione di beneficienza della Fondazione Cariplo, e vent'anni fa scriveva di economia sul manifesto.
Colloquio con Luigi De Magistris
di Giacomo Russo Spena
“Nessuna pregiudiziale contro il centrosinistra, ma se il Pd continua su questa strada è anni luce lontano da me. Ad oggi immagino un Quarto Polo arancione con Ingroia candidato premier. Una lista nata dal basso composta da persone dalla ‘schiena dritta’, un qualcosa di innovativo capace non solo di scassare ma di costruire perché siamo la maggioranza del Paese”. Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è finito il tempo di tifare, “dobbiamo metterci tutti in gioco per un reale cambiamento nel Paese”. E domani sarà in piazza Farnese a Roma per la manifestazione organizzata da Salvatore Borsellino in difesa della procura di Palermo.
di Sandro Medici
Ecco s’avanza uno strano progetto. Parafrasando un’antica canzone popolare, si può così definire la proposta “cambiare si può”, che in queste settimane sta attraversando la sinistra italiana, da una trincea all’altra, da una riunione a un’assemblea, da una chiacchiera a un ragionamento. Viene da pensare, ancora prima di valutare politicamente tutto ciò, che come al solito si sta stratificando un eccesso di discussione, un estenuante confronto (formale e informale), insomma un’ansiosa, esagerata dialettica.
di Federico Simonelli
«Ora mi sembra che il timore principale sia che possa tornare Berlusconi, quando ci furono le elezioni da noi le preoccupazioni erano diverse, ma delle similitudini le vedo». Mentre giovedì a Bruxelles Mario Monti viene incensato dagli ambienti economici e politici europei e l’Eurogruppo sblocca i 34 miliardi che servono alla Grecia per non colare a picco, Gabriel Sakellaridis, coordinatore economico di Syriza, parla al telefono dal suo ufficio di Atene. Il giovane economista ricorda quando, nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni greche, un po’ da ovunque in giro per l’Europa arrivava l’i nvito a votare per Néa Dimokratìa.