di Multatuli
Dunque il 25 aprile di chi ancora si attarda - a 67 anni dalla Liberazione - a combattere il fascismo è per Piero Sansonetti (Gli Altri) un rudere politico, appartenente a quel “ceto antifascista" che essendo incapace individuare il terreno dei conflitti moderni non trova di meglio che prendersela con Alemanno e Polverini, mettendo in scena “stupide e noiose cerimonie", buone per reduci incartapecoriti, nostalgici delle mitologie comuniste, giovani frastornati in cerca di rassicuranti identità.
Abituati alle rodomontate pubblicitarie di questo campione della dissacrazione da rotocalco, non abboccheremo alle boutade più palesemente provocatorie (l'inutile, “contestatissima" azione partigiana di via Rasella, “tutta interna alla logica guerresca", oppure la patente generosamente offerta a Marco Pannella di autentico protagonista delle attuali lotte per la libertà e genuino interprete della Costituzione).











