di Rita Scapinelli*

 

Due i punti fondamentali che si sono discussi nell'ultimo Consiglio Nazionale dell'ANCI, che si

è tenuto a Napoli il 29 febbraio: la questione della tesoreria unica e la stretta sul patto dI stabilità.

Per quanto riguarda la tesoreria unica è stato approvato un o.d.g. In cui si esprime contrarietà alla decisione del governo di obbligare i tesorieri o i cassieri dei Comuni a versare alla tesoreria statale le disponibilità liquide ed esigibili depositate presso gli stessi alla data del 24 febbraio.

Per contrastare il provvedimento si è deciso di invitare gli organi di vertice del Comune a chiedere al tesoriere di non procedere al trasferimento e di sostenere attraverso i Consigli delle Autonomie locali il ricorso alla Corte Costituzionale avverso la norma in questione. Si tratta di una norma che lede fortemente l'autonomia di entrata e di spesa dei Comuni prevista dall'art.119 della Costituzione,nonché la loro autonomia organizzativa.Che fine faranno poi le convenzioni in atto con gli istituti di crediti e che cosa succederà al loro rinnovo? Facile pensare che i Comuni perderanno quegli introiti derivanti dalle offerte in sede di gara d'appalto, perderanno gli interessi sui depositi e sicuramente le operazioni verranno fatte pagare. A chi? Saranno ancora una volta i cittadini a farne le spese. La seconda questione, ancora più importante, è quella legata al rispetto del patto di stabilità interno.

Stralciare dal computo ai fini della verifica del patto di stabilità le spese relative alle emergenze

straordinarie (vedi neve) e al soddisfacimento dei diritti civili e sociali della comunità, con particolare riguardo ai disabili, le spese per l'edilizia scolastica, le spese obbligatorie a carico

dei Comuni previste da leggi dello Stato ( ad esempio le spese per uffici giudiziari), spese finanziate da fondi europei e spese per opere in corso quindi già avviate: questo è nel merito l'oggetto della proposta di delibera di giunta votata all'unanimità dal Consiglio dell’ANCI.

Non si tratta di una forma di disobbedienza nei confronti dello Stato, si è detto durante l'assemblea, ma semplicemente un modo per fronteggiare una situazione allarmante in cui si stanno trovando i sindaci e i relativi consigli comunali che, dopo le ultime manovre, prima del governo Berlusconi e ora del governo Monti, non sono in grado di chiudere i bilanci.

Sono mesi che l’ANCI sta dicendo che in assenza di modifiche al patto di stabilità i Comuni non riescono a chiudere i bilanci, ma il governo a tutt'oggi non ha fatto nulla, anzi il patto è stato inasprito, si è introdotta una tassa sulla casa, l'IMU, che in realtà per metà viene incassata dallo stato (ma intanto la faccia ce la mettono i sindaci), mentre, per bilanciare i tagli alle entrate, si è data la possibilità ai sindaci di aumentare le addizionali Irpef che prima erano bloccate.

Come dire: Sindaci se non ce la fate, aumentate le tasse! A pagare comunque saranno sempre i cittadini! E' sicuramente una proposta forte, quella dell' o.d.g. approvato, ma se tutti i Comuni approvassero questa delibera si effettuerebbe un'azione molto più convincente nei confronti del governo. Il Presidente di ANCI ha fatto notare che a tutt'oggi sono stati presentati e discussi 200 o.d.g. e 40 mozioni, tutti approvati dal Parlamento, che chiedevano la modifica del Patto di stabilità, ma senza nessun risultato.

D'altronde esiste un dovere del sindaco prima di tutto, che è quello di tutelare i diritti dei suoi cittadini, e questo prevale sul dovere di rispettare una norma finanziaria.

Se una scuola ha bisogno di manutenzione perché deve essere messa in sicurezza, questo va fatto e non c'è patto che tenga, è in gioco la vita dei nostri bambini, e le imprese che compiono quel lavoro devono essere pagate perché i lavoratori non possono stare senza stipendio per permettere al Comune di rispettare il patto di stabilità.

C'è sicuramente il problema della responsabilità dei dirigenti del servizio finanziario del Comune, ma anche questo è stato previsto nella proposta approvata attraverso un passaggio in Consiglio Comunale che li libera appunto dalla responsabilità amministrativa e disciplinare. Io credo che sia presente una convinzione in chi ci governa: l'ente locale sperpera, l'ente locale può ridurre ancora le spese, l'ente locale tanto ce le fa sempre. Ebbene, se negli ultimi anni i tagli sono stati fatti e le spese si sono ormai ridotte all'osso, così come si sono ridotti gli investimenti, ora è giunto il momento di non subire più, occorre reagire nell'interesse della gente che ha bisogno dei servizi che i comuni devono poter garantire in quanto enti più vicini ai cittadini.

E' al Comune che le famiglie, gli anziani, i disoccupati si rivolgono quando non ce la fanno più e questo succede ancora di più in tempo di crisi e il Sindaco deve essere messo in grado di poter dare risposte a queste necessità.

 

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Componente Direttivo nazionale ANCI

 

Utility

ODG: BILANCIO OBIETTIVI PROGRAMMATICI RELATIVI AL PATTO DI STABILITA

ODG: tesoreria unica

 

 

 

 

 

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