di Domenico Gallo

Se nella prima metà del secolo scorso un pubblico ministero avesse casualmente intercettato una comunicazione telefonica di Vittorio Emanuele III, indubbiamente ne sarebbe nato uno scandalo ed il Pubblico Ministero che all'epoca si chiamava Procuratore del Re, sarebbe stato destituito su due piedi. Nello Statuto albertino, infatti, non esisteva il concetto di indipendenza della magistratura e la giustizia era amministrata in nome del Re dai giudici che egli stesso istituiva (art.68). Poiché il Re riuniva nelle sue mani tutti i poteri dello Stato, egli era al di sopra dell'ordinamento. Infatti l'art. 4 dello Statuto recitava: «la persona del Re è sacra ed in violabile».

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di Shuaib Abu Jahal

Il calciatore palestinese imprigionato e torturato per tre anni senza processo da Israele è finalmente libero, dopo uno sciopero della fame durato 92 giorni. Qui, Al-Akhbar ci racconta la storia del suo arresto, la prigionia, e il rilascio, così come i messaggi inviati dai compagni di prigionia che ha lasciato alle spalle.

Shuaib Abu Jahal (SAJ): Come ti hanno arrestato?

Mahmoud Sarsak (MS): Non è stato un arresto. Sono stato rapito nel valico di Beit Hanoun-Erez nel luglio 2009. Ero sulla via per firmare un accordo con il Centro Giovanile di Balata a Nablus, in Cisgiordania quando sono stato rapito e interrogato per 35 giorni.

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copertina slotart

di Vittorio Bonanni

Il nuovo libro di Roberto Gramiccia, Slot art machine. Il grande business dell’arte contemporanea (DeriveApprodi, pagg. 247, 17,00 euro) propone al lettore diversi piani di lettura. Non c’è dubbio, tuttavia, che il principale di essi sia rappresentato da un prisma di valutazioni sulla natura truffaldina del sistema dell’arte, sul suo rapporto con l’industria culturale di cui rappresenta un sottoinsieme e sulla funzione egemonica che entrambi esercitano sugli assetti di una cultura sempre meno autonoma e sempre più curvata sugli interessi del neoliberismo.

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di Maria R. Calderoni

Può essere un Gl, un "giellista", nel loro gergo uno che spara lacrimogeni (i Cs, roba da far cadere la pelle solo a vederli) col Gl40, quindi un giellista.
Può essere uno con in mano il Tonfa (avevano deciso che a Genova il VII lo usasse), il Tonfa è il nuovo manganello, quello che ha "lavorato" così bene alla Diaz (il Tonfa, un arnese duro come l'acciaio, dall'impugnatura a T, un'arma tradizionale delle arti marziali cinesi e giapponesi. Con quella roba, che i carabinieri usavano da tempo ma che la polizia non aveva mai preso in mano, si può spezzare il femore di un bue...).

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di Giorgio Salvetti

«Ingiustizia è fatta». Francesco Romeo ha appena ascoltato la sentenza e non ha dubbi. E' uno degli avvocati cassazionisti difensori di uno dei cinque imputati per cui dovrà essere ricelebrato il processo d'appello.
Ci spiega meglio la sentenza?
Cinque persone vanno in carcere, tre con una riduzione minima di qualche mese su una pena di oltre dieci anni.

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