Giorgio Paolucci - Avvenire
Viviamo in Siria da più di sette anni, amiamo questo Paese e il suo popolo. Ci sentiamo indignati e impotenti di fronte al tipo di informazioni che circolano in Europa e fanno opinione, sostenendo le sanzioni internazionali, una delle armi più inique che l’Occidente usa per tenersi le mani pulite e dirigere comunque la storia di altri popoli. Pulite fino a un certo punto: si moltiplicano le segnalazioni della presenza di personale militare inglese, francese (e di altri Paesi) a fianco degli insorti per organizzare le azioni di guerriglia, grave violazione internazionale che passa sotto silenzio.
Sono state raccolte firme e fondi per aiutare la “primavera” del popolo siriano.
26 anni, l'eletto più giovane e più «twittero» delle Cortes: «Dopo oggi e la sconfitta in Andalusia Rajoy è avvisato»
Il deputato di gran lunga più «twittero» di tutto il parlamento spagnolo si chiama Alberto Garzón Espinosa. È un giovane deputato di Málaga (Andalusia) ed è entrato per la prima volta nelle Cortes dopo le elezioni dello scorso novembre sotto la bandiera di Izquierda Unida (Iu). Economista e membro del comitato scientifico di Attac España, a 26 anni è il deputato più giovane. Oltre ad aver scritto diversi libri (l'ultimo, in uscita fra una settimana, si intitola Esto tiene arreglo, «Questo lo possiamo risolvere») ha un suo blog ed è attivissimo sulle reti sociali. «Certamente lo sciopero è un successo - dice - Non ci aspettavamo una risposta di queste dimensioni. Credo che sia dovuto al risultato delle elezioni andaluse di domenica: abbiamo dimostrato che il Partito popolare (Pp) non ha tanto seguito come sembrava, e questo ha incoraggiato la gente».
Redazionale
Si sono svolte domenica 25 marzo le elezioni nelle regioni spagnole dell'Andalusia e delle Asturie.
Nella regione di Siviglia, governata fino ad ora dal Psoe che alle scorse elezioni del 2008 con il 48 % dei voti aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi (56 su 109), il dato più significativo riguarda l'astensione. 3 milioni novecentomila votanti contro i 4 milioni e mezzo del 2008 con una perdita secca di più di dieci punti percentuali (dal 72 al 62 %).
redazionale
La roccaforte andalusa regge e il centrodestra di Rajoy non sfonda nell'ultima grande regione spagnola governata dal centrosinistra: è questo, in termini politici, il nocciolo del risultato del voto di ieri.
Fransisco Luça, leader del partito della sinistra radicale, si mobilita con il sindacato
Il Portogallo si è fermato contro i licenziamenti facili e l'abolizione di fatto della contrattazione collettiva, sostenendo lo sciopero generale della maggiore centrale sindacale, Cgtp, cui ha aderito anche Blocco di Sinistra (Bloco de Esquerda -Be). Ne abbiamo parlato con Fransisco Luça, leader del partito della sinistra radicale.
Quali sono i vostri punti fondamentali contro la riforma?
In questo momento la disoccupazione vera arriva al 22%. Facilitare i licenziamenti, come prevede la riforma, significa peggiorare la situazione. Vogliamo un'altra politica che aiuti la creazione di posti di lavoro, con giustizia fiscale e redistribuzione della ricchezza. Una politica che permetta di vivere e non di sopravvivere in condizioni di povertà con salari e pensioni da poveri.