redazionale
La roccaforte andalusa regge e il centrodestra di Rajoy non sfonda nell'ultima grande regione spagnola governata dal centrosinistra: è questo, in termini politici, il nocciolo del risultato del voto di ieri.
"I socialisti hanno subìto la sconfitta più dolce che avrebbero potuto immaginare – scrive El Pais - e l'Andalusia continua ad essere un'isola rossa nella carta geografica della Spagna grazie a Izquierda Unida".
Per Mariano Rajoy, eletto nuovo premier alle politiche del 20 novembre scorso, la vittoria di misura è invece amarissima. L'Andalusia è un feudo storico del Psoe. La regione di Felipe González dove rinacque il partito socialista dopo la dittatura e che, negli ultimi trent'anni, non ha mai tradito il centrosinistra.
Dopo il 20 novembre tutta la Spagna è a destra. Ad esclusione delle autonomie storiche, le due altre "nazioni" della Spagna: la Catalogna – dove comunque è al potere la destra nazionalista di CiU - e i Paesi Baschi. E tranne che in Andalusia.
Ieri doveva esserci la svolta, sarebbe dovuto cadere il fortino socialista. Rajoy era così impegnato nell'estendere la sua "marea blu" fino a Siviglia, Granada e Cordova, che ha trascorso in Andalusia tutti i weekend della campagna elettorale. E i sondaggi gli davano ragione. Tutti dicevano: "Cadrà". Invece
ieri il partito popolare ha ottenuto il 40,6 per cento dei voti e 50 seggi. Ne mancano cinque per entrare nel palazzo del governo della Plaza Nueva di Siviglia e il ribaltone non c'è stato.
Terremoto sì ma ribaltone no. I socialisti (Psoe) hanno avuto il 39,5 e 47 seggi ma grazie alla Izquierda Unida (la coalizione che raggruppa comunisti, verdi e socialisti critici) che ha avuto l'11,3 e 12 seggi potranno, molto probabilmente, conservare il governo regionale. Non sarà facilissimo perché le condizioni della Sinistra Unita per appoggiare Jose Antonio Griñan, il candidato governatore del Psoe, saranno pesanti. Ma non c'è altra strada e alla fine dovranno mettersi d'accordo.
Rispetto alle ultime regionali, quelle del 2008, i popolari sono cresciuti del 2 per cento (dal 38,4 al 40,6, conquistando tre seggi in più). I socialisti hanno perso 9 seggi (da 56 a 47), e lasciato sul campo mezzo milione di voti: dal 48,4 scendono al 39,5 percento. La Sinistra unita invece passa dal 7 all'11,3 e conquista 6 seggi.
Lunedì 26 Marzo 2012