di Articolo Tre
“La rete del controllo globale corporativo” e sviluppato a Zurigo da Stefania Vitali, James B. Glattfelder e Stefano Battiston, comprendeva l’analisi di oltre trenta milioni di operatori economici, imprese, istituti di credito e privati.
Dai dati si evince che sono circa 43.000 le aziende transnazionali che hanno i canoni per essere definite tali dall'OCSE. Le più importanti ed influenti sono però solo 1.318, le quali sono accomunate da tre caratteristiche principali: sommate tra di loro, arrivano a generare il 20% del reddito mondiale; si possiedono l'un l'altra, esiste un nucleo, chiamato ”Unità centrale”, che possiede tutte le altre 43.000 multinazionali.
di Keynes blog
“Fermare il declino” è il titolo del manifesto di quello che si candida ad essere un nuovo partito liberale-liberista-libertarian, promosso da alcuni liberisti noti al grande pubblico come Oscar Giannino e Michele Boldrin. Al manifesto hanno aderito anche diversi esponenti del partito di Fini e della fondazione di Luca Cordero di Montezemolo.
Analizzeremo qui, punto per punto, le proposte avanzate nel documento.
1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico: è possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
di Rassegna.it
I risultati di un'analisi pubblicata dalla Cgia di Mestre: risparmi decurtati del 26,4% e aumento della spesa per i consumi del +4%. "A subire maggiormente la crisi sono state le famiglie numerose con minori a carico e quelle monoreddito". "Il reddito è tornato ai livelli di dieci anni fa". Lo afferma la Cgia di Mestre che pubblica oggi i risultati di un'analisi pubblicati sul suo sito Web. "La crisi - sostiene ancora l'associazione – ha fatto decurtare i risparmi del 26,4% a fronte di un aumento della spesa per i consumi finali (al lordo dell'inflazione) del +4%".
Insomma: le famiglie italiane sono alle corde e spendono sempre meno, per questo "la situazione economica dei piccoli commercianti e degli artigiani si fa sempre più difficile".
di Agenor
Nel Regno Unito c'è chi pensa a un referendum sulla permanenza nell’Unione europea che, se si tenesse oggi, secondo i sondaggi potrebbe spingere il paese ad uscirne. L’uscita della Grecia dall'Unione, pur non essendo auspicata dalle forze politiche greche, non è più un tabù sui media tedeschi. Anche questi sono gli effetti di un decennio di frenata nel processo d’integrazione fra Stati e di costruzione dell’Unione europea. Nei momenti chiave, la diffidenza verso una maggiore integrazione ha prevalso sull'orizzonte federalista dei padri fondatori, veti espliciti e pressioni implicite hanno determinato le nomine dei vertici comunitari, i negoziati sulle questioni finanziarie si sono fatti più aspri, il modello “intergovernativo” ha prevalso sul “metodo comunitario”.
di Domenico Mario Nuti
Negli ultimi dodici mesi i treni hanno continuato nella loro corsa verso lo scontro, addirittura accelerando la loro velocità, ma lo scontro non va dato per scontato. Ci sono ancora delle misure – sia pure problematiche a dire il vero – che possono ancora evitare la collisione.
I tedeschi sono contrari alla cosiddetta “mutualizzazione del debito pubblico europeo”, mediante l’emissione di obbligazioni per le quali tutti i membri dell’EMU sarebbero responsabili individualmente e collettivamente (jointly and severally).