di Roberto Musacchio
Chi ha guardato le immagini dell’ultimo classico, la partita di calcio tra Barcellona e Real Madrid, non può che essere rimasto colpito, oltreché dal gioco eccellente, da quella marea di giallo e rosso, i colori della bandiera catalana, che andava dal campo agli spalti, colmi di quasi cento mila persone. Basta avere davanti quella immagine per capire cosa sarà il prossimo voto, anticipato, per il rinnovo della assemblea regionale catalana che si svolgerà domenica prossima, 25 novembre. Un voto che sembra destinato a pesare sul futuro dell’Europa probabilmente più delle contemporanee primarie italiane di Pd, Sel, Psi. In primo piano nel voto l’intenzione di Artur Mas, presidente uscente della Generalitat, e di molti partiti catalani di arrivare quanto prima ad un referendum per l’indipendenza.
di Manlio Dinucci
Jamal, un commerciante di Gaza, era fuori domenica mattina quando una potente testata israeliana a guida di precisione ha centrato la sua casa, sterminando la famiglia: nove persone tra cui quattro bambini di 2-6 anni. Tre generazioni spazzate via in un attimo. Oltre 5mila palestinesi sono stati uccisi in dieci anni dagli israeliani a Gaza, di cui 1.200 solo nel 2009, più altri 2mila in Cisgiordania. Dei 70mila rapiti, oltre 6mila, tra cui più di 400 bambini, sono ancora imprigionati. Un prezzo altissimo, considerando che la popolazione dei Territori palestinesi occupati è di 5,5 milioni.
Siamo al quinto giorno di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Scriviamo questo comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che proseguono ininterrottamente giorno e notte, tenendoci svegli e nel terrore assieme a tutta la popolazione di Gaza. Sentiamo sulle nostre teste il rumore continuo dei droni e dei caccia F16 che sorvolano il cielo della Striscia. Ogni attacco di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata riaccende i terribili ricordi di Piombo Fuso. Al momento le strade di Gaza, solitamente caotiche e affollatissime, sono surrealmente deserte, la gente non può far altro che cercare rifugio nelle proprie case.
Intervista a Dimitri Vayanos di Federico Simonelli
«Questi prestiti sono un po’ come un’aspirina per curare il cancro». Ha le idee piuttosto chiare Dimitri Vayanos, sull’effi - cacia di quei 31 miliardi di euro che l’Euro - gruppo di oggi, forse, accorderà alla Grecia. L'economista della London School of Economics, tra i fondatori del movimento Greek economists for reform, quasi chiede scusa mentre parla dello stato di salute dell'economia del suo Paese «Mi dispiace suonare così pessimista, ma la situazione è proprio brutta. E se la recessione procede a questo ritmo, i prestiti saranno sempre meno efficaci».
di Franco Frediani
Ci siamo illusi ancora una volta. Non può che sorprendere "l'apprensione e l'angoscia" che la Comunità ebraica romana dichiara di provare per i "fratelli israeliani". La ragione direbbe che ce l'aspettavamo, ma altrettanto lecito è chiedersi il perché di questa strumentalizzazione che mischia la religione con l'operato di uno stato feroce e aggressivo, al punto da mietere ancora decine di vittime. Tra queste, sono ben NOVE i bambini rimasti uccisi dai raid israeliani che non accennano a finire! Ma non basta. E' lo stesso premier Netanyahu a dichiarare che "Il nostro è un governo responsabile, e la nostra prima responsabilità è di garantire la sicurezza dei nostri cittadini" e con questo aggiunge che l'esercito è pronto a qualsiasi ordine gli venga impartito. Traduzione, "l'attacco di terra è più di una semplice possibilità"...